La Pomini ospita i grandi dell’acciaio

Tutti i più grossi nomi di produttori di acciaio nordamericani ieri erano a Castellanza: nomi del calibro di Us Steel, Nucor e così via. Quasi 130 persone si sono ritrovate nel nuovissimo centro congressi della Pomini Tenova di Castellanza, che fa parte del gruppo Techint, per il grosso evento organizzato dall’Associazione dei produttori di acciaio del Nord America (Aist).

L’evento europeo della filiera americana dell’acciaio serve per rinforzare i rapporti con i produttori europei, ma è soprattutto un momento di scambio sulle nuove tecnologie e le ultime innovazioni nel settore. Che, occupato per il 50% da produttori cinesi, obbliga il restante 50% di produttori sparsi nel mondo ad attrezzarsi a dovere.

E Tenova è stata scelta per il secondo anno come luogo perfetto per il meeting: «I produttori americani vogliono relazionarsi con i produttori europei – ha spiegato Mauro Medici, amministratore delegato della Pomini Tenova di Castellanza – e noi siamo logisticamente un luogo strategico».

In realtà non è solo per comodità che l’evento si tiene a Castellanza. Pomini Tenova, che opera nel campo della progettazione, costruzione, vendita e assistenza di rettificatrici per cilindri di laminazione, è leader mondiale del suo comparto: quale luogo migliore per incontrarsi e parlare di tecnologie, qualità e innovazione?

E ieri bastava guardarsi intorno ieri per capire il potenziale di questa azienda: uffici abbattuti, ruspe, operai ovunque, «un bel segnale» ha sottolineato Medici. Uffici vecchi demoliti per far posto a quelli nuovi: in ballo c’è un investimento da 7 milioni di euro per espandere l’azienda di Castellanza che oggi vanta una quota di mercato che sfiora il 60%: a Castellanza lavorano 250 persone e il fatturato è intorno ai 100 milioni di euro. «Negli anni ’70 – ha raccontato Medici – eravamo in 23 concorrenti nel mondo, ora siamo in tre».

Il perché sta tutto nelle scelte fatte: «Prima vendevamo un prodotto, ora ci alleiamo con i nostri clienti, i nostri fornitori. Per noi sono tutti partner: il vecchio concetto cliente-fornitore è saltato. Oggi noi parliamo di “Pomini virtuale”, perché il nostro prodotto finito è la somma di tante componenti fatte all’interno e all’esterno».

Un prodotto di altissima qualità che va tutto all’estero. E gli Stati Uniti rappresentano un mercato molto importante: «Solo in Texas abbiamo appena fatto un investimento da 1,8 miliardi di dollari – ha raccontato Gianfelice Rocca, presidente del gruppo Techint – e abbiamo rapporti di collaborazione molto significativi in tutto il Paese».

Gli Usa stanno crescendo molto negli scambi con l’Italia e con l’Europa «e continueranno a farlo perché c’è un cambio di paradigma globale – ha aggiunto Rocca – Inoltre è un Paese che punto molto sull’innovazione tecnologica e sta puntando molto sull’industria».

Ed anche il Transatlantic Trade Investiment Partnership potrebbe ulteriormente favorire gli scambi: «Cambierebbe molto – ha aggiunto Rocca – soprattutto dal punto di vista europeo, più che da quello americano: questo è un trattato che chiede di rompere molti corporativismi», ma che sicuramente potrebbe offrire molte opportunità.

Gli Stati Uniti in questi anni hanno preso molti provvedimenti verso altri Paesi per cercare di ricostruire un fair trade, un commercio equilibrato, ha spiegato Medici :«In Italia cercano proprio quelle tecnologie e quella qualità che permetta loro di fare questo».

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