Forse questa volta ci siamo, qualcosa si muove in città a livello artistico. Sta sorgendo una nuova corrente, una generazione nuova, entusiasta finalmente, e verosimilmente piena di passione per ciò che fa.
Parlo degli autori di “Scherzi”, il lungometraggio totally made in Varese: di loro e di tutta la troupe. Gli americani li definirebbero “fresh” che non significa fresco bensì, puliti, innocenti, non ancora avvelenati da corruzioni varie, dal punto di vista intellettuale, intendo.
Una nuova maniera di approcciare il duro percorso che conduce alla realizzazione di un film, sempre irto di spine, di difficoltà che spesso appaiono insormontabili.
I fratelli Damiani e Paolo Franchini sono riusciti in un exploit che ha dell’incredibile: contagiando buon numero di varesini, anche di età abbastanza certa, che si sono lasciati trascinare nell’avventura con buona grazia e disponibilità.
Il risultato c’è, esiste: un film in distribuzione, con i contributi bianco su nero, come preconizzava Truffaut “l’unico modo per dare visibilità al cast”, senza inutili fioriture.
E la prima al Miv? Di nuovo fresca, allegra, coerente con lo stile degli autori, spontanei, semplici, spiritosi e umili. E quest’ultimo aggettivo auguriamoci che lo mantengano ancora per molto.
Questi nuovi cineasti varesini non hanno avuto alcun bisogno di autorità, di presentazioni roboanti o di Rolls da Festival di Cannes per conquistare il pubblico.
Le simpatiche Alfa Romeo che scaricavano le star varesine hanno riportato un gran successo, proprio per il loro friendly understatement, senza dimenticare la frizzante Lara Bartoli nel suo look anni ’40, perfetta nel suo ruolo di presentatrice. Ma questo film ha dato modo anche di mettere a fuoco dei talenti immersi nel grigiore del disinteresse cittadino come Fabio Bruno, raffinato compositore e musicista, autore di una parte della musica. Una cosa è sicura: questa volta la stoffa c’è.
La scelta del cast ne è la prova, vedi la francese Annick, assolutamente giusta nel suo ruolo, come l’impeccabile Riva, inquietante quanto basta. Insomma buona la prima, a quando il prossimo ciak?
Nicoletta Romano
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