La Pro Patria ha un’identità Non può finire terz’ultima

Abbandonare il terz’ultimo posto della classifica, l’obiettivo della Pro Patria nelle prossime e ultime tre partite del campionato. Non è in gioco la retrocessione, ma è fastidioso rimanere in quella posizione. Lo ha manifestato l’allenatore Alberto Colombo al termine della gara di Chiavari, evidenziando che la squadra aveva fatto un punto in più dell’andata e con una pattuglia di quasi tutti giovani.

Ce la può fare la Pro ad abbandonare la terz’ultima piazza del girone A della Prima Divisione? La squadra vista con l’Entella e anche contro le altre grandi campionato ne ha tutte le potenzialità. Il quart’ultimo posto è lì a soli due punti e, da qui al 4 maggio ce ne sono in palio nove. Spanò e combriccola possono fare l’en plein? Perché no.

Si comincia domenica allo Speroni contro il FeralpiSalò, già battuto in Coppa Italia, in lizza per un posto nei playoff. E, si sa, la formazione tigrotta si esprime meglio affrontando squadre che giocano e non speculano. I bresciani dell’ex Scienza non possono venire a Busto portandosi appresso il bilancino del farmacista. Dopo la sosta di Pasqua c’è il Pavia al Fortunati e va cancellata la sconfitta dell’andata. All’ultima arriva il Südtirol, altra formazione che non disdegna il gioco: per quell’epoca i giochi per i playoff potrebbero essere già fatti.

È dunque concreta la possibilità che i biancoblù finiscano il campionato con il botto: a patto che le incertezze societarie non si insinuino come virus nella testa dei giocatori. Se così dovesse avvenire, allora il finale si annuncia come una débacle. Non sembrano esserci i presupposti, e mister Colombo sembra molto determinato ad aumentare il bottino di punti nel girone di ritorno. Con il pareggio di Chiavari è arrivato alla sufficienza, che non ritiene però soddisfacente, disponendo di una squadra alla quale ha saputo dare un’identità. Un lavoro impegnativo, anche se sono mancate le tensioni della classifica. Ha dimostrato comunque qualità e capacità nel gestire un gruppo e dare delle idee di gioco con quanto si è trovato fra le mani. E si pensa che in serie A un certo Mazzarri, con tutto il ben di Dio di cui dispone, non è ancora riuscito a dare un nome ed un cognome all’Inter… bravo Alberto.

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