La protesta degli agricoltori dilaga in Italia e in Europa. Trattori in marcia: le ragioni della rivolta

Le manifestazioni si estendono a macchia d'olio sul nostro territorio come in Francia, Germania, Olanda, Polonia, Ungheria e Romania: nel mirino le politiche Ue, le importazioni sleali, le misure ecologiste, le tasse sui carburanti, la burocrazia e i tagli sussidi. Il peso della mobilitazione in vista delle elezioni europee

MILANO – Da Termoli a Vercelli passando per Orte, Vercelli, Perugia, Palermo e Lucca, gli agricoltori italiani proseguono con la protesta dei trattori e continuano ad organizzare presìdi da Nord a Sud. già ieri si sono avvicinati a Roma, con lunghe file di mezzi agricoli e trattori riunitisi prima al casello autostradale di Orte lungo la A1 e poi sulla Casilina. E sono già preannunciate nuove azioni di protesta e nuovi presìdi, visto che le manifestazioni sono definite “ad oltranza” e a macchia d’olio.

Sulla pagina Fb del Cra ci sono continui aggiornamenti sui presìdi organizzati in tutta Italia sulla scia di quanto sta avvenendo anche in Germania e in Francia. Per venerdì sono attese manifestazioni di protesta anche a Trento in piazza Dante. Ad organizzarle i Cra, comitati riuniti agricoltori, che protestano a causa delle difficoltà economiche del settore, accusando la politica italiana e quella comunitaria di non fare abbastanza per il settore, anzi, di penalizzare il settore. Mentre i sindacati di rappresentanza avrebbero tradito gli interessi dei lavoratori.

Agricoltori europei in rivolta: trattori in marcia su Parigi

In Francia si estendono a macchia d’olio le proteste degli agricoltori e si stanno avvicinando a Parigi, aumentando la pressione per ottenere misure governative che proteggano l’influente settore agricolo da concorrenza straniera, burocrazia, aumento dei costi e livelli salariali bassi. Tra le strade colpite da rallentamenti stamattina c’è anche un’autostrada a ovest della capitale francese. “Ci stiamo progressivamente avvicinando a Parigi”, ha dichiarato l’agricoltore David Lavenant all’emittente Bfmtv.

Rallentamenti del traffico, barricate con balle di paglia, rifiuti agricoli riversati in strada e altre dimostrazioni di rabbia sono rapidamente esplose fino a diventare la prima grande crisi per il neo-premier Gabriel Attal. E il tema rischia di pesare non poco politicamente in vista delle elezioni europee di giugno. Marine Le Pen, il cui partito Rassemblement National sta ottenendo ottimi risultati, ha puntato il dito su accordi di libero scambio, importazioni e burocrazia per i problemi economici degli agricoltori. “I peggiori nemici degli agricoltori si trovano in questo governo”, ha dichiarato oggi Le Pen. Nelle ultime settimane gli agricoltori hanno protestato anche in Germania, Olanda, Polonia Ungheria e Romania.

Dal “pollo ucraino” alle tasse e i prezzi: le ragioni della protesta

Monta la rivolta contro il “pollo ucraino” low cost, a titolo di esempio. E poi ci sono le misure ecologiste: dal piano per la riduzione dell’azoto prodotto dagli allevamenti (Olanda), alle tasse sui carburanti più inquinanti in Germania e Francia. Gli agricoltori europei si ribellano in particolare all’aumento del prezzo del gasolio agricolo e delle materie prime, alla concorrenza sleale dei prodotti internazionali, alle politiche ambientali dell’Unione europea e ai tagli ai sussidi.

Coldiretti incalza la von der Leyen: “Stop all’import sleale”

Occorre dire basta alla concorrenza sleale dei Paesi terzi ed introdurre con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno anche alla luce degli accordi di libero scambio in discussione come il Mercosur che penalizzano agricoltori e cittadini europei. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare le dichiarazione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al Dialogo strategico con gli agricoltori. In Italia nel 2023 ad esempio sono più che raddoppiate, per un totale di ben oltre il miliardo di chili, le importazioni di grano dal Canada trattato in preraccolta con glifosate secondo modalità da noi vietate – denuncia Prandini – nel sottolineare la necessità che in Europa venga fatto valere il principio di reciprocità affinché tutte le importazioni rispettino tutti i criteri in termini ambientali sanitari e nel rispetto delle norme sul lavoro vigenti nella Ue. Una delle prime decisioni da prendere con questo Dialogo – sottolinea Prandini – deve vertere sulla necessità di adattare la futura Politica Agricola Comune (PAC) alle esigenze di redditività e competitività delle imprese agricole con un forte impegno alla semplificazione contro la burocrazia.