La resurrezione del Peo e la nostra

Dal Novara, grande avversario della scalata, al Novara. Dal 13 giugno 2010 al 13 giugno 2014, il giorno di una nuova promozione in serie B (in campo e in società). Dalla morte del Peo, che lunedì prossimo avrebbe compiuto 80 anni, alla sua resurrezione, come un segno delle stelle perché qualunque cosa accada a lui, poi capita anche a noi, come la morte apparente di queste ultimi stagioni senza sapore.

Dall’ultima volta di Luca Sogliano da tifoso-padre del Varese al Franco Ossola sono passati tre anni, quando se ne andò mordendo una sciarpa biancorossa dopo l’incompiuta del secolo, il 3-3 con il Padova: oggi può tornare in tribuna o nascosto chissà dove come riesce a fare solo lui (ma noi lo scoveremo), spinto dall’aria leggera della liberazione. Da un campionato, o forse due, con poco sangue e nessuna speranza del futuro, all’ultima di 4 partite che ci hanno riportato indietro di 10 anni. Ai volti, al cuore, all’umiltà e alla speranza di arrivare là dove nessun essere umano ha mai creduto di poter giungere. Nessuno tranne noi e tranne voi tifosi, nessuno tranne Bettinelli.

Le parole che gli sono uscite ieri sembrano arrivare dalla macchina del tempo. Paiono quelle della vigilia di Varese-Montichiari o Varese-Cremonese. «Qualcuno ha scritto che per il Novara questa è la partita della disperazione ma lo stesso vale per il Varese e, anzi, i giocatori che affronteremo questa sera capiranno che cosa significa davvero la parola, guardandoci negli occhi, dopo essere scesi dal pullman: per noi retrocedere non significherebbe solo perdere una categoria ma forse anche scomparire dal calcio, come era successo dieci anni fa, quando il club fallì per la seconda volta nella sua storia. Dobbiamo vincere». È riuscito a dire quello che stiamo pensando tutti. Perché lui è noi, e noi siamo lui. Animato da tutto quello che ci anima, un secondo prima di noi.

I grandi momenti derivano da grandi opportunità, e questo è quello che avrete stasera, ragazzi. Questo è quello che avrete meritato: una partita. Stasera li affronteremo e riusciremo a batterli. Perché possiamo. Stasera noi siamo la più grande squadra del mondo. È il nostro momento: il loro è passato. È finito. Questo è il vostro momento. Andate fuori e vincete.

Andiamo fuori, ragazzi. Riprendiamoci il Varese e conquistiamo una nuova promozione in serie B. Con la disperazione e la sofferenza che il Novara «agiato e benestante» (by Criscitiello) non conosce. Con la sete di vendetta nei confronti di chi ha fatto il segno della “C” a uno stadio, a una maglia e a una città. E nei confronti di chi, verso quella C, ci stava inesorabilmente trascinando.

Andrea Confalonieri

© riproduzione riservata