La rivoluzione è un ritorno all’educazione

Il controllore ha percorso il vagone per vistare i titoli di viaggio. Fin qui niente di straordinario, il suo lavoro è ancora garantito. La cosa che però mi ha colpito è la frase che ha ripetuto, più volte, a ogni passeggero “Grazie e buona giornata”. I viaggiatori assorti nei loro pensieri, con indifferenza e senza alzare lo sguardo passavano il biglietto senza ricambiare

la cortesia. Arrivato il mio momento, ho risposto “grazie e buona giornata anche a lei”. L’uomo mi ha sorriso ma per un istante mi sono sentita diversa da tutti, la sfigata che risponde educatamente a chi cerca di svolgere il proprio dovere aggiungendo buona educazione. In questo presente veloce e indifferente le buone maniere ci sorprendono. Quando cominceremo a stupirci del contrario?

Virginia Rizzo

Francis Scott Fitzgerald, fuoriclasse del romanzo americano, scrisse in un celebre passo di “Tenera è la notte”: o si impara l’educazione in casa propria o il mondo la insegna con la frusta e ci si può far male. Vediamo spesso usare la frusta, nel mondo.
E molti farsi male, sotto i sui colpi. L’educazione viene di frequente tradotta in autoeducazione: ciascuno si comporta come crede, e non gl’importa delle conseguenze verso gli altri. Gl’importa solo di se stesso. Nasce da qui la deriva egoistica, di cui han massima responsabilità le famiglie che non la arginano e, anzi, la favoriscono per un malinteso senso di bonarietà verso le figliolanze.
Credono di procurargli un bene, invece gli procurano il contrario. Facendogli disconoscere, per esempio, la cifra della dignità personale. Dignità propria e dignità altrui. Bisognerebbe sempre pensare che siamo gli invitati della vita, e atteggiarci di conseguenza: avere rispetto delle persone che ci stanno intorno, e naturalmente delle cose.
Omaggiarle al modo in cui vorremmo che fossimo omaggiati noi. Una regola troppo semplice per essere adottata senza complicazioni: confermerebbe l’idea che il mondo è una casa comune. Un’idea sciaguratamente rivoluzionaria.

Max Lodi

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