Devis Mangia ha sempre creduto in questo Varese, e lo ha fatto fin dai primi giorni di vita della nuova società. Lui, lo sappiamo, è stato uno dei protagonisti della risalita dall’Eccellenza alla Serie B nel 2004, fu il primo timoniere di quella squadra, colui che la condusse fuori dal porto prima di lasciarla navigare sicura in mare aperto.
Lui che quest’estate esultò quando si giunse finalmente alla creazione di una nuova società, seppur in Eccellenza. Lui che il Varese lo sente sulla pelle, tanto che, a società rinata, so tolse qualche sassolino dalle scarpe. Come ci diceva ad agosto: «Ho sentito tante persone sbeffeggiare il Varese negli ultimi mesi della scorsa stagione e dentro di me covavo tantissima rabbia. Questa è una rivincita, nata dai tifosi e che la città si merita». Non ha mai fatto mistero del suo amore per questi colori, ed ora che allena l’Ascoli in Serie B, non può non rivolgere comunque un pensiero a questa squadra che con un piccolo miracolo sta ripercorrendo i suoi passi, poco più di dieci anni dopo: «Ho seguito costantemente la stagione del Varese, perché ho qualche amico ancora lì, anzi più di qualche amico. Come prima cosa devo fare i complimenti a tutti per l’obiettivo, che se non verrà raggiunto domenica, sarà comunque settimana prossima. Complimenti perché nel calcio non c’è nulla di scontato, non si vince mai per caso. Quando abbiamo fatto noi l’Eccellenza e la Serie D dieci anni fa, non era semplice vincere e soprattutto non portavi a casa una partita solo perché ti chiamavi Varese. Non ottieni risultati del genere per il nome bensì per la qualità del lavoro. Quindi ribadisco i complimenti per il risultato che raggiungeranno e da parte mia c’è anche grande soddisfazione nel vedere il Varese che riprende a salire per tornare dove gli compete».
Devis ha avuto modo di vivere in prima persona l’esordio ufficiale del Varese Calcio, nella prima partita casalinga di Coppa Italia contro il Tradate al Franco Ossola: «Una bella partita, vinta alla grande e in cui la squadra conquistò in pochissimo tempo l’entusiasmo e l’amore dei tifosi. Ed era quella la cosa più importante e di cui si sentiva maggiormente il bisogno. Perché l’anno scorso sono successe cose che hanno fatto male
al Varese e alla storia del Varese, cose non belle che erano già capitate nel 2004 e che verso la fine della scorsa stagione si sono ripresentate, spegnendo l’entusiasmo. Per fortuna la gente biancorossa ha alzato la voce, ha fatto capire fin da subito che non ci stava. È stata forte dunque la voglia di tornare a fare le cose per bene e soprattutto avere il massimo rispetto nei confronti dei tifosi».
In principio, però, era francamente difficile attendersi una stagione a questi livelli. Non lo immaginavamo forse noi, ma Devis sì. lui lo sapeva già: «A Varese c’è un’aria particolare, quando ci sono delle difficoltà le persone si ingegnano per reperire le risorse sia a livello materiale che umano, per raggiungere gli obiettivi giusti. Conosco alcuni giocatori, sono stati grandi, così come il mister, a loro va aggiunta la competenza del mio amico Giorgio Scapini e di Danilo Vago, oltre all’entusiasmo dei nuovi dirigenti che si sono messi a gestire la squadra e la società. Queste sono cose vere e sono importanti». Per un Varese che è pronto ad esultare per salire in Serie D, c’è un Ascoli che lotta per salvarsi in Serie B. A fare il tifo per Devis ci siamo tutti noi: «Per me quella di Ascoli è un’avventura stimolante, ci sono state e ci sono grandi difficoltà, però noi dobbiamo cercare di raggiungere il nostro obiettivo, ossia quello di mantenere la categoria. Sarebbe una bella impresa».