La scuola Bosina non vuole arrendersi

Umberto Bossi ha accusato la Lega Nord di «aver chiuso la scuola Bosina. Unica realtà a valorizzare e mantenere vive le nostre radici culturali».

La volontà è quella di continuare ad offrire una qualità educativa senza uguali. E le mamme della Bosina si mobilitano: «Questa scuola non è finita. La volontà è quella di continuare a offrire una qualità educativa senza eguali».

Sono battagliere, organizzate, a caccia di sponsor. Intanto si parte con una manifestazione: «Hanno voluto chiudere la scuola, ma non possono chiudere il progetto: quello continua perché è nella mente e nel cuore delle famiglie e dei ragazzi che lo hanno conosciuto – dicono le mamme della Bosina – Per questo si continua riproponendo quello che si faceva con i ragazzi: le feste a tema. Per il weekend del 25 e 26 ottobre si sta organizzando la tradizionale festa della zucca e dei frutti dell’autunno, il programma sarà ricco di iniziative per tutta la famiglia, laboratori per bambini con decorazione delle zucche, bancarelle, caldarroste e cena su prenotazione».

«Lo facciamo per i bambini»

La scuola tornerà ad essere aperta e fruibile. «Chi vuole può contribuire ad organizzare la festa dove oltre alla cucina, e al divertimento, nella giornata verranno presentati i progetti educativi e i corsi monotematici che ripartiranno al più presto». Festa e corsi, così come era stato promesso nel momento più difficile. Le mamme, tra l’altro, mettono le cose in chiaro: «La forza della scuola Bosina non arriva dalla politica: la sua forza sono i valori insegnati che collimano con quelli di ogni famiglia che crede che sia indispensabile ricordare il passato e vivere il presente per progettare il futuro».

«Questa è la scuola dei bambini – dicono le mamme – Di quei bambini che al mattino si svegliano contenti di andare a scuola, di quei bambini che lavorano senza assilli, che studiano e si impegnano per imparare e non per il voto, di quei bambini che sono sempre sereni e sorridenti, che partecipano con entusiasmo ad ogni progetto che viene loro proposto, di quei bambini che si sentono protagonisti a scuola».

«Sì, c’è anche il dialetto»

L’impegno è quello di vedere la scuola Bosina riaprire con l’inizio del prossimo anno scolastico: «All’interno del progetto hanno sempre avuto molto spazio corsi di recitazione, di ballo, di canto con cd realizzati in sala di incisione, si è imparato a lavorare la ceramica, a cucinare, a svolgere progetti legati alla lana e al lavoro nelle fattori – spiegano le mamme – I ragazzi hanno imparano tecniche di pittura e sono state allestite mostre, hanno coltivato l’orto, e fatto sport con risultati eccellenti».

Il dialetto? «Si c’è anche quello. Canti popolari, modi di dire e origine dei detti delle nostre genti. Sono stati realizzati dei progetti studiati per le diverse classi dalla scuola dell’infanzia alla primaria. E le famiglie hanno sempre apprezzato e incentivato. Oggi non vogliamo rinunciare a tutto questo».

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