VARESE Se l’ospedale piccolo è quello con meno di 120 posti letto, allora i presidi di Varese rischiano di essere dimezzati. Senza speranza i due presidi minori dell’azienda di Gallarate, quello di Somma e quello di Angera; e via anche tutti i presidi minori dell’azienda ospedaliera di Varese che, sulla carta, ha i numeri solo per mantenere in piedi il monoblocco del Circolo.Niente da fare quindi per Cuasso, il più piccolo in assoluto, e poi per Luino e Cittiglio che ad oggi contano rispettivamente 80 e 105 letti attivati.Nemmeno l’ospedale Del Ponte con i suoi 118 posti letto può dirsi sicuro: se venerdì il consiglio dei ministri dovesse prendere per buona la prima bozza del decreto sulla spending review proposta da Monti, rischia di finire sulla lista nera dei nosocomi da cancellare. Per ora si tratta solo di un campanello di allarme, che però non va sottovalutato perché il Governo punta a recuperare 4,5 miliardi sulla spesa sanitaria anche attraverso la riduzione del numero dei posti letto negli ospedali. Come? Iniziando con il chiudere gli ospedali più piccoli, definendo tali quelli che contano meno di 120 posti letto nella prima versione, meno di 80 in una seconda bozza. «Il provvedimento definitivo non c’è ancora, dunque non è il caso di essere precipitosi», afferma il direttore generale del Circolo, Walter Bergamaschi, che prima di commentare la manovra preferisce aspettare i dettagli. Dettagli che per Varese e i suoi ospedali potrebbero fare la differenza. Ad esempio se la manovra prendesse in
considerazione i letti accreditati, che sono in numero nettamente superiore rispetto a quelli attivati, tutti gli ospedali sarebbero salvi. «In più bisogna considerare che in realtà l’ospedale Del Ponte, da almeno quindici anni, è solo una sede distaccata di quello di Circolo – ricorda Bergamaschi – e pure Luino e Cittiglio in realtà insieme formano il presidio del Verbano». «Un conto è dire che un ospedale per acuti deve avere almeno 120 posti letto per garantire una certa operatività e razionalità gestionale, ma Cuasso ad esempio è un centro riabilitativo», aggiunge il dg che solleva un altro dubbio, di merito: «Sarebbe assurdo imporre le stesse limitazioni a chi ha già razionalizzato e a chi invece ha ballato sulla plancia del Titanic». «Sicuramente l’idea di dover affrontare nuovi tagli ci preoccupa – commenta Armando Gozzini, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio – Per fortuna i nostri ospedali contano tutti più di 120 posti letto». Il più piccolo, quello di Tradate, ne conta 145 e 300 ne ha Saronno. Discorso diverso per Gallarate che ha due sedi su tre, quello di Somma e quello di Angera, con meno di 80 posti letto (72 il primo e 78 il secondo).In più, nel Sud della provincia il numero di posti letto per mille abitanti è superiore alla media lombarda di 4,18, mentre la parte nord della provincia con 3,8 posti letto ogni mille abitanti è già in linea con il nuovo obiettivo nazionale alla base della manovra di Monti: 3,7 posti letto.
s.bartolini
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