La signora dell’aeroporto: l’addio a Cesira Ton, per tutti “Emilietta”

Per oltre vent’anni ha vissuto a Malpensa, considerandola la sua vera casa. Ora riposerà a Ferno, accanto al luogo che aveva scelto come centro della sua vita.

Una vita intera legata a un aeroporto, tanto da diventarne simbolo e volto familiare. Si è spenta il 17 agosto, all’età di 84 anni, Cesira Ton, conosciuta da tutti come “Emilietta” o, con un appellativo ancor più affettuoso, “la signora dell’aeroporto”. La sua esistenza era intrecciata indissolubilmente al Terminal 1 di Malpensa, dove aveva vissuto per due decenni e che amava definire la sua vera casa.

Domani, 22 agosto, dopo la benedizione alla casa funeraria di Busto Arsizio, la salma sarà trasportata e tumulata nel cimitero di Ferno, «dove potrà riposare in pace, per sempre, vicina al “suo” aeroporto», come ha dichiarato il sindaco Sarah Foti.

Una fernese “acquisita”

Nata nel 1939, Cesira Ton aveva trovato in Malpensa non solo un rifugio, ma una comunità. Lì aveva ottenuto una residenza “fittizia” che l’aveva resa, di fatto, cittadina di Ferno. Per questo motivo il sindaco Foti ha voluto ricordarla con parole di stima e affetto: «Riposerà qui, dove la sua storia personale si è legata a doppio filo con quella del nostro territorio».

L’ultimo capitolo

Solo nel 2022, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute, Emilietta aveva accettato di trasferirsi alla rsa “Anni Azzurri” di Dormelletto. «Inizialmente il distacco dall’aeroporto fu per lei molto doloroso – racconta la direttrice Chiara Gattoni – ma con il tempo aveva trovato un nuovo equilibrio grazie al rapporto speciale con un educatore, Sabato Santaniello».

La sua presenza in struttura non era passiva: partecipava con entusiasmo alle attività, diventando parte integrante della comunità. La sua vita, così singolare, era stata perfino trasformata in una fiaba – La Principessa Fuochira e il Cavaliere Costantino – scritta dall’educatrice Simona Foresta nell’ambito del progetto “Nonni per tutti”. Emilietta aveva preso parte alla festa di premiazione, raccontando se stessa in un clima di gioia e condivisione.

È lì che, fino all’ultimo, ha continuato a essere “la signora dell’aeroporto”: custode di una storia unica, fatta di resilienza, affetto e appartenenza a un luogo che per lei era diventato molto più di uno scalo.