La stagnazione e i privilegi delle caste

Sono un piccolo commerciante e mi confronto tutti i giorni con la dura legge del libero mercato: ipermercati, ambulanti più o meno regolari, nuove attività che comunque possono sorgere in ogni momento ed in qualsiasi angolo della città.
Mi chiedo: ma queste caste che ora sono toccate dalla riforma della liberalizzazione per quale ragione credono di essere immuni dalle regole della libera concorrenza? La concorrenza infastidisce, ma credo che non si possano negare delle chance a chiunque voglia mettersi in gioco. I timori sono ben altri, ovvero l’atavica e crescente diminuzione della domanda e la latitanza dilagante della clientela. E’ soprattutto indispensabile che il governo prenda misure affinché questa stagnazione inverta la tendenza.

Romano Valsecchi

Siamo uno strano Paese. Passiamo il tempo a lamentarci di arretratezze che ci rendono la vita più difficile e costosa, ma quando qualcuno prova a rimediarvi ci opponiamo risentiti. Meglio: si oppongono le corporazioni che innervano la comunità nazionale e che nell’ipotizzato provvedimento leggono una penalizzazione. Magari anche solo momentanea.
Capitasse ad altre corporazioni, farebbero lo stesso. La regola è sempre eguale: prima gl’interessi particolari, poi ed eventualmente quelli generali. Fatto salvo che le liberalizzazioni devono avvenire con senso della giustizia e modalità il più possibile condivise, qualcuno ci sa spiegare perché dovremmo continuare a pagare salato un notaio per un semplice atto, a veder salire anziché scendere i costi di un’infinità di utenze, a non trovare aperto la sera o in un giorno festivo un negozio con generi di prima necessità, a sottoporci alla dispendiosa logica dei cartelli dei prezzi dei carburanti, a spendere per le medicine più di quanto si spenda in altre parti del mondo, eccetera? Dalla stagnazione economica si esce anche (soprattutto) uscendo dalla stagnazione lobbistica. Ma è un’uscita che finora non è rientrata nella nostra mentalità.

Max Lodi

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