Come spesso succede anche a Varese ci si conosce «di vista», così che, uscendo dalla propria ristretta cerchia di conoscenze abituali, frequentemente si ignora che il proprio vicino o l’interlocutore di turno condivide con noi ideali o pratica attività di servizio sociali, assistenziali e culturali. A volte un’amicizia in comune aiuta a svolgere qualche approfondimento ma poi per tradizione ci si richiude nel nostro gruppo. Forse è proprio così che è nato lo stereotipo del varesino poco propenso ad aprirsi alla collaborazione, legato ai propri schemi tanto da essere – spesso a torto – considerato poco sensibile all’impegno sociale.
Un giorno Giuseppe ed Umberto, che fino ad allora si conoscevano giustappunto «di vista», si incontrano ed hanno l’occasione per fare quattro chiacchiere in più: «in fondo – si dicono – i Monelli della Motta e il gruppo Alpini hanno sempre avuto eccellenti rapporti, per la Festa di S.Antonio è da sempre una piacevolissima tradizione gustare nel dopo falò insieme alle Autorità cittadine l’eccellente «pasta e fagioli» ma non ci sono mai state occasioni di fare insieme qualche cosa in più per la Città di Varese.» Scoprono cosi di condividere il piacere di unire in qualche occasione le forze a favore di chi si trova in condizione di necessità e la volontà di esplorare la possibilità di allargare il discorso all’immenso mondo del volontariato lasciando da parte, pur nel pieno rispetto delle peculiarità e delle esperienze di ciascuno, ogni individualismo. In fondo volontariato e solidarietà non significano mettersi a disposizione di chi ha bisogno? Sopraggiunge Michele che condivide e sviluppa il pensiero ed insieme decidono di riunire un primo gruppo di persone – attive nel volontariato – per verificare quanto l’idea possa essere effettivamente comune; il pensiero viene condiviso da Don Marco, Franco, Laura, Matteo, Marco, Roberto, Andrea ed insieme decidono di sottoporre l’idea a tutte le associazioni varesine conosciute.
Il numero delle adesioni cresce, partecipano anche giovani volontari che si distinguono per discrezione ma soprattutto per grande spirito pratico, da tutti viene condiviso il principio di fondo: non ci sono protagonisti, la solidarietà siamo tutti noi presenti e tutti voi che deciderete giorno dopo giorno di condividere l’impegno per rendere migliore la vita di chi soffre. Occorreva un supporto finanziario e logistico ed è stata trovata ampia collaborazione nelle fondazioni e nell’amministrazione comunale: nel pieno rispetto dell’indipendenza del gruppo. Quello che inizialmente Roberto, infaticabile animatore di iniziative sociali, riteneva difficilmente realizzabile a Varese è cosi divenuto una meravigliosa realtà. Dopo le 630 presenze del settembre 2015, sabato 7 maggio ci saranno in piazza San Vittore per la seconda edizione della cena «Aggiungi un pAsto a tavola» 1.000 varesini, oltre ad uno staff operativo di circa 200 volontari, a beneficio delle associazioni che si occupano dell’emergenza alimentare cui giungerà un contributo equivalente a circa 7.000 pasti! Ecco allora chi è Varesesolidale: una meravigliosa squadra di volontari attivi per un obiettivo comune che hanno per un momento tolto la «maglia di club» per indossare la «maglia del cuore»! Una squadra con tante maglie ancora da assegnare. Aspettiamo anche te!