VARESE Riccardo tra le braccia del Papa: è stato il momento più emozionante di un Family 2012 che ha conquistato il cuore di cinquemila varesini.Tutto avviene in un istante. La “Papa mobile” arriva verso la zona dove si sono appostati per assistere alla messa i parrocchiani della comunità pastorale di Masnago, Velate, Avigno, Bobbiate, Lissago e Calcinate degli Orrigoni. L’auto bianca si ferma davanti a quelle transenne. Tutti sono sorpresi e felici di vederlo per qualche secondo in più così da vicino.Poi si vede padre Georg con in braccio il piccolo Riccardo, 11 mesi. Lo avvicina a Papa Ratzinger che lo abbraccia, benedice e bacia. «È stato il nonno», dice commossa nonna Jizel moglie del giornalista Carlo Chiodi, scomparso nell’aprile del 2009.«È stato bellissimo – racconta papà Giovanni Chiodi, consigliere comunale – ho chiesto a uno degli uomini che stava davanti all’auto del Papa se potevo dargli il bambino. Me lo ha preso e poi l’ho visto tra le mani di padre Georg. È stata un’emozione grandissima». Per Chiodi, alla giornata mondiale della famiglia con la moglie Elena, il figlio Carlo di due anni e mezzo e il piccolo Riccardo, era il primo appuntamento del genere. «Avevo già partecipato alle Gmg di Toronto e Roma, ma non avevo mai incontrato
il Papa così da vicino. Il suo sguardo è proprio come un abbraccio». Nel gruppo di varesini partiti da Masnago alle 5 del mattino, anche una veterana dei raduni con il Papa anche Flaminia Broggini, over settanta: la sua presenza ai raduni per le Giornate Mondiali della Gioventù è fissa dalla prima del 1987. «È stato un incontro bellissimo. Ho trovato delle famiglie concrete: i bambini non hanno fatto un capriccio. Ho trovato famiglie educanti».Una domenica speciale anche per Maria Giorgetti nel prato di Bresso con il marito Massimiliano e i figli Carlo di otto anni, Marianna di cinque e Benedetta di due. «Ho convinto mio marito a partecipare con i figli perché abbiamo tre motivi per ringraziare e sono i nostri piccoli che abbiamo chiesto, cercato, amato e avuto senza problemi, e poi tre motivi per pregare legati a grossi dolori della nostra famiglia e abbiamo donato il nostro cammino a queste sofferenze». È don Maurizio Cantù a tirare le somme di un evento che ha visto il coinvolgimento i pochi giorni di oltre 300 persone della comunità pastorale Madonna Immacolata: «È stato un incontro nel segno della semplicità che è stato capace di coinvolgere tante persone. Certo partecipare a esperienze di questo tipo non è fine a se stesso».
s.bartolini
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