VARESE Non piove più e la siccità prosciuga ruscelli e laghetti. L’agricoltura boccheggia nella morsa del caldo e per colpa della scarsità di acqua. Mentre il lago Maggiore soffre, il livello idrico del lago di Varese si mantiene ancora superiore al livello medio di riferimento, seppur in costante calo. Le aziende agricole varesine che hanno avuto la possibilità di irrigare hanno piante ancora verdi, anche se in alcuni casi le pannocchie non sono sufficientemente sviluppate. Per chi non ha avuto a disposizione fossi con acqua o mezzi per l’irrigazione, il raccolto di mais rischia di essere seriamente compromesso. A lanciare l’allarme sono sia Coldiretti, sia Confagricoltura, che sperano nell’arrivo di temporali estivi. «Le situazioni più drammatiche si registrano nei terreni della zona centro meridionale della provincia» spiega Giuliano Bossi, direttore di Confagricoltura Varese.«L’abbassamento del livello idrico del nostro lago non influenza direttamente la coltivazione di mais, di ortive e le produzioni floro vivaiste perché le prese irrigue non alimentano i nostri campi. Ma le scarse precipitazioni di questo ultimo mese iniziano a creare qualche apprensione: gli agricoltori sono molto preoccupati». Lo scenario è quello di una siccità che domina il cuore dell’estate e di un calendario meteo che non lascia spazio a grandi speranze. Sempre più spesso, infatti, ci troviamo ad assistere a inverni con poca neve e a estati più calde e secche. Coldiretti spiega che il fenomeno a Varese non è omogeneo ma si sta manifestando a macchia
di leopardo.«A Biandronno qualche spruzzatina c’è stata – commenta il direttore di Coldiretti, Francesco Renzoni – A Gorla e a Tradate si può resistere ancora quattro o cinque giorni. Ablimente, quest’anno, qualche agricoltore si è deciso a sfruttare lo strumento assicurativo, da sempre poco utilizzato nella nostra provincia. Chi è assicurato e subirà delle perdite nel raccolto, almeno parzialmente, potrà essere rimborsato». Ma le colture non sono le uniche a soffrire per l’afa. Infatti, anche le mucche sono soggette a stress: con il caldo mangiano meno e, di conseguenza, producono il 15/20% di latte in meno rispetto agli anni precedenti. «Un calo di produzione importante – continua Bossi – visto che il latte oggi viene pagato quattro centesimi in meno al litro rispetto a tre mesi fa». Così, gli allevatori si sono ingegnati e, alcuni di loro, hanno installato dei vaporizzatori per lenire il disagio dei bovini da latte. A tutto questo si agginge, l’inquinamento dell’aria: l’ozono in città, secondo le registrazioni Arpa Lombardia, ha superato il valore limite della soglia di informazione (180 g/mc), registrando nella giornata di ieri livelli pari a 212 g/mc.La città di Varese è l’unica ha sforare il valore limite, Busto Arsizio, Ferno, Gallarate, Somma e Saronno sono al limite. Così tra gli agricoltori, c’è chi ritorna a credere che forse il vecchio rimedio della danza della pioggia, utilizzato dalla tribù dei Cherokee, possa avere un fondo di verità e possa scongiurare inquinamento e siccità.
s.bartolini
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