L’agitazione di Forza Italia e del suo Mullah

Nella giornata politica dedicata alla presentazione delle liste, ciò che più spicca è l’agitazione di Forza Italia, e in particolare del suo Mullah, Nino Caianiello. Quella che gli azzurri pensavano fosse una passeggiata di salute, rischia di trasformarsi in una corsa a ostacoli, resa più scivolosa da elementi di disturbo che l’anima socialista del centrodestra non si aspettava di trovare. Il tono perentorio con cui il Mullah apre a un futuro dialogo col Pd e, un attimo dopo,

chiude a qualunque interlocuzione con Esperienza Civica, tradisce il nervosismo di chi teme la seconda Caporetto dopo quella delle comunali varesine. Per due anni, infatti, Villa Recalcati è stata guidata da centrosinistra ed Ncd agevolati dalla morbida e indulgente opposizione di Forza Italia. Qualunque battaglia di minoranza risultava numericamente innocua, perché vedeva in campo la sola Lega Nord (anzi, per la precisione, il solo capogruppo Giuseppe Longhin). Uno schema che Caianiello e un pezzo del Pd hanno tutto l’interesse di portare avanti e che l’ingresso in consiglio di Esperienza Civica potrebbe invece scardinare. E il riferimento del Mullah a quel tavolo cui potrebbe decidere di non sedersi è figlio di un’amara consapevolezza: ovvero, la concreta possibilità di ritrovarsi con interlocutori diversi, più numerosi e meno disponibili rispetto a prima. Ciò che stupisce, ora come ora, è il silenzio assordante del Carroccio, specie del segretario provinciale Matteo Bianchi. L’ipotesi che, per volere dell’alleato azzurro, il gruppo leghista in consiglio venga condannato ad altri due anni di isolamento, non lo infastidisce?