Un laboratorio di buone pratiche ambientali, uno sforzo collettivo che ha dato i suoi frutti e guarda avanti con determinazione: è questo il bilancio delle attività dell’AQST (Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale) per il risanamento e la valorizzazione del lago di Varese, siglato il 12 aprile 2019 e già rinnovato fino al 2026.
Una rete di enti e associazioni per un obiettivo comune
L’AQST, strumento di programmazione negoziata regionale, coinvolge oggi oltre 30 soggetti pubblici e privati. Tra questi Regione Lombardia, Provincia di Varese, i comuni rivieraschi, enti di ricerca, università, il gestore del servizio idrico, associazioni ambientaliste e realtà economiche. Obiettivo comune: restituire salubrità ecologica e valore paesaggistico a uno degli specchi d’acqua più iconici della Lombardia.
Un investimento economico e organizzativo imponente
In cinque anni di attività, sono stati investiti oltre 13 milioni di euro, 10 dei quali da Regione Lombardia. Per il triennio 2024-2026 sono già stanziati ulteriori 9 milioni. Una cabina di regia ben rodata – con 23 riunioni del Collegio di Vigilanza, 70 incontri tecnici e 12 report semestrali – ha coordinato un piano d’azione articolato in sei macroazioni: fognature e depurazione, monitoraggio, prelievo delle acque profonde, tutela naturalistica, comunicazione e valorizzazione delle sponde.
Acque più pulite e risultati concreti
I risultati parlano chiaro. La qualità delle acque è migliorata: in tutti e cinque i punti monitorati (Biandronno, Gavirate, Cazzago Brabbia, Bodio Lomnago e Schiranna) i parametri per la balneazione risultano conformi. L’impianto di prelievo ipolimnico, in funzione dal 2020, ha permesso di ridurre sensibilmente fosforo e azoto, accelerando il risanamento. Nel 2023, ad esempio, sono stati asportati 2,5 tonnellate di fosforo, 22,9 di azoto e 12 di ammoniaca.
Interventi strutturali e monitoraggio continuo
Non solo: sono in corso interventi su fogne e depuratori, campagne di monitoraggio dei tributari, progetti di riqualificazione delle sponde e contenimento delle specie invasive. Il Bardello e il lago Maggiore, collegati al bacino varesino, non mostrano al momento impatti negativi. La comunicazione gioca un ruolo chiave, con dati online, QR code e strumenti interattivi.
Sfide ancora aperte per una qualità duratura
Resta alta l’attenzione sui punti critici: il carico di fosforo resta variabile, soprattutto legato alle precipitazioni nel bacino o agli eventuali problemi di fermo impianto come nel 2024. Nel fiume Bardello permangono criticità a valle del depuratore di Gavirate, dove si rileva uno stato ecologico ancora scarso. Si registra inoltre la presenza di PFOS, sostanza inquinante ritrovata anche in altri corpi idrici lombardi.
Innovazione, biodiversità e coinvolgimento dei cittadini
L’approccio è pragmatico e trasversale: dai pannelli solari per alimentare l’impianto di prelievo, alla promozione della navigazione elettrica, passando per l’incubatoio ittico a Gavirate, il rilancio del mercato del pesce e il contrasto alle microplastiche. Il tutto con uno sguardo rivolto al futuro: già in corso le progettazioni per gli interventi 2024-2026 e il rafforzamento degli strumenti di governance ambientale anche oltre la scadenza dell’accordo.
Un modello replicabile per l’ecologia partecipata
In sintesi, l’AQST per il lago di Varese non è solo un piano tecnico: è un modello di collaborazione istituzionale, un’esperienza virtuosa di ecologia partecipata, una scommessa sul territorio che sta diventando realtà.