L’agonia della Materis a Cassano «Noi uniti fino all’ultimo»

CASSANO VALCUVIA Un’agonia, un lento diventare una fabbrica fantasma. Questo sta accadendo alla Materis Paints.

I 32 lavoratori della multinazionale francese del settore delle vernici, dimostrando grande dignità, non ci stanno e utilizzano Facebook per sfogare la rabbia.

Dopo la decisione irrevocabile dei vertici di chiudere il sito di via Provinciale, a seguito dell’accordo sindacale la procedura di attivazione della cassa integrazione è cominciata. I cancelli della Materis chiuderanno definitivamente ad agosto, anche se qualche dipendente resterà forse anche fino a novembre per completare la dismissione. Intanto a Cassano Valcuvia non arrivano praticamente più ordini produttivi, dirottati negli altri stabilimenti a Treviso e Lucca, dove pure qualche dipendente della Valcuvia ha accettato il trasferimento. «Ragazzi io finisco tra tre ore – scrive Roberta su Facebook –  mi mancherete tanto ma vi verrò a trovare; mi raccomando non cambiate mai nello spirito. Non credo si possa trovare un altro posto di lavoro con un ambiente così bello».

L’unione d’intenti tra i dipendenti, per lo più giovani, non è mai venuta meno in questi mesi di grave crisi. «Ieri – racconta un rappresentante sindacale – due colleghi hanno terminato la loro esperienza in Materis e da oggi verranno messi in cassa integrazione; dopodomani toccherà ad altri colleghi fino alla totale desolazione.  Da 15 giorni ognuno di noi sente sulla pelle l’inutilità della propria presenza in azienda; la produzione è ridotta al minimo». 

«La vita non è facile soprattutto per chi non è italiano – racconta il collega di un ex operaio extracomunitario della Materis – per ben due volte il nostro collega si è vista rifiutata la possibilità di affittare un appartamento per lui e la sua famiglia, composta da cinque persone, perché gli è stato detto che si affitta solo ad italiani, viste precedenti brutte esperienze; un uomo di grande esperienza e professionalità».

m.lualdi

© riproduzione riservata