Fateci l’abitudine: Toto Bulgheroni, su queste colonne, lo leggerete spesso. Sarà che siam di parte, sarà che consideriamo il suo ritorno in società come uno dei colpi di mercato più importanti degli ultimi anni, sarà che in Bulgheroni vediamo identificato quel nuovo corso societario che ci fa guardare finalmente al futuro con rinnovato e ritrovato ottimismo. E allora, eccoci qui.
Sarà l’ultimo tassello, quello che chiuderà il cerchio: un innesto importante. Per questo è giusto vagliare tutte le ipotesi, per questo non è il caso di farsi prendere dalla fretta o dal panico.
Anche con l’ala, cercheremo di fare quello che abbiamo fatto con gli altri giocatori che sono arrivati. Ovvero di prendere il meglio al miglior prezzo. Coldebella e Moretti stanno lavorando benissimo, ormai manca davvero poco.
Credo che con Anosike avremo tanta atleticità sotto canestro: ecco, con un giocatore così serviva un play con le mani buone in grado di innescarlo. E Maynor, le mani buone, ce le ha eccome: i tiri da vicino sono quelli a maggior percentuale, quindi è giusto sfruttarli.
Abbiamo fatto delle scommesse, che però preferisco chiamare “investimenti ragionati”. Sto parlando di Avramović, il play di riserva, e della guardia: uno che, da quanto abbiamo visto, è capace di buttarla dentro da lontano. Poi c’è Kangur, un giocatore che conosciamo molto bene e che è in grado di fare un gran lavoro in campo, ma anche in spogliatoio. Manca il “tre” titolare, un tassello importante: che andrebbe a chiudere un cerchio che ha già il suo perché.
Il calendario ci mette subito davanti a un momento importante: i preliminari di coppa. Vogliamo passare i due turni e qualificarci, darebbe davvero qualcosa in più a tutta la stagione. Sono convinto che la squadra si farà trovare pronta all’appuntamento di fine settembre.
La società sa che al Campus la mattina c’è sempre un campo libero e a disposizione: se vogliono utilizzarlo, sarà soltanto un piacere. Allo stesso tempo è giusto ricordare come la Pallacanestro abbia preso in concessione il palazzetto, e che il palazzetto è la casa di Varese. È giusto che la utilizzi, che la renda viva, che la sfrutti.
Molto. Matteo è cresciuto da noi ed è andato a fare esperienze importanti, con Paolo Conti ma anche con Vanoncini. Da parte sua abbiamo ritrovato una grande disponibilità e un grande entusiasmo nell’accettare il ruolo che gli è stato proposto. Ed era quello che volevamo.
No: io sono convinto che saprà ritagliarsi un ruolo importante, che avrà il suo spazio, che si farà vedere.
Facciamo che ci sentiamo presto.