L’allarme di Coldiretti: “In Lombardia 4 comuni su 5 a rischio dissesto per frane e alluvioni”

L'analisi diffusa in occasione della Giornata mondiale del suolo mette paura: in pericolo l'84,6 per cento del totale delle municipalità. Gli effetti del micidiale mix dei cambiamenti climatici, con una tendenza alla tropicalizzazione, e della sottrazione di terra fertile capace di assorbire l'acqua

MILANO – In Lombardia oltre 4 comuni su 5 (l’84,6 per cento del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio dissesto per frane e alluvioni. Emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia su dati Ispra diffusa in occasione della Giornata mondiale del suolo, nel denunciare gli effetti del micidiale mix dei cambiamenti climatici, con una tendenza alla tropicalizzazione, e della sottrazione di terra fertile capace di assorbire l’acqua.

Con oltre 289 mila ettari del suo territorio coperti artificialmente, la Lombardia è la prima regione italiana per suolo consumato in valori assoluti – spiega la Coldiretti regionale su dati Ispra – ma registra anche i valori percentuali più elevati, con il 12,12 per cento del suolo complessivo consumato. La sparizione di terra fertile – sottolinea la Coldiretti- contribuisce al deficit produttivo del Paese e alla sua dipendenza dall’estero, tanto che negli ultimi dieci anni con le campagne l’Italia ha perso 400 milioni di chili di prodotti agricoli per l’alimentazione dell’uomo e degli animali.

Dal 2012 ad oggi, inoltre, in Italia il suolo sepolto sotto asfalto e cemento – continua la Coldiretti – non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando il rischio idrogeologico. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici con più di tremila eventi estremi in Italia nel 2022, tra bombe d’acqua, violenti temporali e grandinate, secondo analisi Coldiretti su dati Eswd.

Per questo – conclude la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile, con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.