Landini ha chiamato ad una adunata (oceanica, spera lui) tutti i lavoratori con lo scopo di riappropriarsi di quei diritti che questo governo avrebbe loro tolto. Il leitmotiv della riunione è, però, l’avvio della costruzione di un nuovo movimento politico, dichiaratamente comunista che si immetta sulla via tracciata e percorsa da Tsipras. Quello di Landini sarebbe un movimento marxista, quindi rivoluzionario. D’altronde non ha mai nascosto le sue origini politiche e spera di intruppare tutti quei comunisti orfani
di un loro partito, estremisti per scelta e per formazione, inoltre si rivolge anche a quella parte del PD che non vuole essere socialdemocratica, ma sogna una nuova primavera sovietica in Italia. Questo partito avrebbe come conseguenza di provocare paura nella componente moderata dell’elettorato italiano che, spaventata dai rivoluzionari revenants di una politica dell’illusione, ma integralisti e totalitari assoluti, tornerà a votare, e voterà, magari obtorto collo e turandosi il naso per Renzi e Berlusconi.