L’applausometro e una prima storica. Battuta al vetriolo di Gianpiero Rossi

In mezzo alla gente - Sala quasi gremita per ascoltare i cinque candidati alla carica di primo cittadino

Se il segreto dell’urna fosse sostituito dall’applausometro del pubblico, ieri sera sulla poltrona a sindaco di Busto Arsizio si sarebbe seduto il candidato del centrodestra Emanuele Antonelli. A lui sono stati riservati i consensi più convinti alle risposte dei quesiti posti da Andrea Aliverti (moderatore) alla presenza di circa trecento persone al dibattito fra i cinque candidati alla poltrona di Palazzo Gilardoni. Era colma la sala del Museo del Tessile, scelta come arena da La Provincia di Varese per mettere a confronto chi si contenderà la vittoria il prossimo 5 giugno. Una “prima” assoluta per una città che mai era riuscita a riunire attorno ad uno stesso tavolo tutti i candidati alla poltrona di primo cittadino. A mettere in piazza le loro tesi in un confronto per esternare programmi, ambizioni, anche qualche sogno e forse qualche illusione.Nel corso del dibattito gli applausi si sono poi distribuiti anche agli altri quattro “concorrenti”: Alberto Rossi, Luigi Genoni, Andrea Brasca e Gianluca Castiglioni. Nei confronti di quest’ultimo ha sorpreso la freddezza della sala, stando almeno ai primi due interventi al quale non ha riservato alcun applauso. Il dibattito ha poi convinto i presenti della bontà delle tesi del candidato del centrosinistra e non sono mancati gli apprezzamenti per un personaggio più incline al “fare che ai discorsi” come lui stesso ha voluto puntualizzare.Traspare evidente una certa tensione sui volti dei candidati: nessuno ha mai affrontato un agone politico

ed i minuti che precedono il “colpo di pistola” di Aliverti sono dedicati al ripasso degli argomenti e come meglio esporli. Sul piano dialettico è Antonelli che mostra subito disinvoltura con quella “erre” moscia che acchiappa, favorendo l’attenzione dei presenti. È il più “politico” dal punto di vista dialettico, ma sulla tematica del teleriscaldamento va un po’ a guardia bassa e Genoni (5 Stelle) lo costringe all’angolo con un paio di colpi che lasciano il segno. Ed è curioso che proprio su questo argomento il dibattito prenda quota: si riscalda; i tempi contingentati non vengono più rispettati, ma da navigato conduttore Aliverti li lascia sfogare tutti per poi bonariamente ammonire i “discoli” al rispetto della disciplina.I cinque sono più sciolti, non sembrano più dei bravi scolaretti che rispondono compunti alle domande come fosse un’interrogazione e Brasca si ricorda di essere stato un arbitro di livello e un po’ protagonista: si prende la scena e “fischia” una domanda ad Antonelli su chi andrà a imparentarsi in caso di ballottaggio. Ed una piccola dose di applausi va pure ad Aliverti quando dice alla platea che «nei primi posti ci sono copie della Provincia gratis».Ma la battuta (al vetriolo) spetta a chi assiste, al senatore ed ex sindaco bustocco Gian Pietro Rossi (89 anni): «Se solo avessi avuto, non dico venti, ma solo dieci anni di meno, di questi cinque questa sera non ce ne sarebbe stato neanche uno».