L’arbitro Modesto s’impunta e lascia Gheller in panchina: «Viene voglia di smettere»

Incredibile a Mariano Comense. Il senatore biancorosso, per un problema al metatarso, non può togliersi la fede dal dito. E il direttore di gara non gli ha permesso di scendere in campo nemmeno coprendola

Siamo all’incredibile. Al ridicolo. All’assurdo. Perché certe decisioni arbitrali sono inconcepibili. E non parliamo (solo) di quelle sul campo, ma anche e soprattutto di quelle successe fuori, ieri. Di quelle successe prima della partita. Infatti il direttore di gara Modesto impedisce al Varese di schierare in campo . La sua colpa? Quella di non potersi togliere la fede dal dito a causa di un problema che non glielo permette. Sembra una cosa pazzesca o inverosimile, ma è tutto vero. Tutto. E pensare che in Serie A, o in Serie B, basta mettere un po’ di semplicissimo scotch sull’anello per poter scendere regolarmente in campo. Probabilmente in Eccellenza, o solo nella testa dell’arbitro, questo non è possibile. «È dal 1999 che ho questo problema al metatarso – commenta un Mavillo Gheller

scioccato -, per cui non posso togliere la fede, e in tutti questi anni non mi è mai successa una cosa del genere: in tutte le categorie in cui ho giocato, non ho mai sentito un’assurdità simile, e sono sempre entrato in campo. Sono sincero, dopo aver avuto il divieto di giocare dall’arbitro ho sinceramente pensato di smettere. Forse questo non è lo sport che conosco e che amo. L’arbitro, e lo si vedeva da tanti piccoli e inequivocabili atteggiamenti, ha avuto degli eccessi di protagonismo, per non dire che fosse in malafede». E così, ieri, sabato 10 ottobre, è morto un ennesimo pezzo di calcio, grazie a gente che pare scesa dalla luna a dirigere una partita. Invece il calcio è della gente, e la gente arriva dal basso.