L’arcivescovoincorona l’Addolorata

GAVIRATE «Una comunità in cammino», come l’ha definita il parroco don Piero Visconti, ha accolto ieri a Gavirate l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi.Il cardinale, abbracciato da una folla festante e dalle autorità civili e militari (rappresentate, in prima battuta, dal sindaco Felice Paronelli e dal comandante della compagnia dei carabinieri di Varese, il capitano Dario Mineo), durante la celebrazione della messa delle 10 ha posto sul capo della statua della Madonna dell’Addolorata – rimessa a nuovo cosi come il baldacchino in legno – la splendida corona d’oro realizzata grazie alla generosità dei fedeli.Più

di duecento famiglie hanno contribuito alla realizzazione della corona, ornata da ben ottantotto pietre preziose, che ora risplende sul capo dell’Addolorata, a cui molti gaviratesi affidano quotidianamente le loro preghiere e sofferenze.Tettamanzi nel corso dell’omelia ha affrontato il tema del disagio e della sofferenza, che tanti gaviratesi affidano all’Addolorata, anche tramite gesti concreti come la donazione di oggetti preziosi.«Sento il bisogno di entrare nelle vostre case – ha esordito l’arcivescovo – soprattutto in quelle segnate dalla prova e dal disagio; la mia gioia si moltiplica perché condivido con voi la festa dell’Addolorata».

Poi il cardinale si è soffermato sul tema della prova. «Se mettiamo Gesù al centro della nostra vita – ha proseguito – troveremo la forza di camminare insieme, superando le inevitabili difficoltà; anche il dolore ha il suo significato, non è inutile, perché aiuta a far crescere gli altri, la Chiesa e la società. Non dobbiamo lasciare solo chi soffre, dobbiamo aprirci a chi è nel disagio e vedere Cristo nei nostri fratelli soli, bisognosi e poveri».

Dopo l’omelia il cardinale ha incoronato la statua dell’Addolorata che è stata poi in serata portata in processione per le vie di Gavirate. Con il denaro avanzato dal restauro, la parrocchia ha fatto una donazione al fondo diocesano per le famiglie povere a cui si a aggiunta l’offerta del comune. «Vogliamo contribuire ad uno strumento di carità e civiltà» ha scritto il sindaco Felice Paronelli nella lettera di benvenuto.

e.romano

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