«Lasciatemi stare con i miei bambini. Però non chiamatemi più Peter Pan»

Marco Caccianiga va oltre i veleni, finalmente felice e a suo agio tra i ragazzini del Rugby Varese. «Io sindaco? Sì, ma di Comerio, così cambierei il nome in ComeRio: oasi carioca in terra lombarda»

Chi vuol male a Marco Caccianiga non conosce Marco Caccianiga. I veleni sprigionati dal trapasso del Varese che c’era alla nascita del Varese che c’è hanno travolto tutto e tutti. Nella confusione e nella nebbia, i ruoli si sono mischiati al pari di meriti e colpe. Un vento velenoso che ha travolto tutto e tutti mettendo sullo stesso carro figure che per natura

sono sempre state su carri diversi. E infatti il “nuovo Varese” voleva Caccianiga al suo posto di sempre, insieme alle famiglie e ai bambini del “Progetto Bimbo” ma ormai il veleno avevo fatto il suo corso e così, al suo “no grazie” la creatura di Caccianiga è stata adottata dalla nuova dirigenza mentre lui è già l’idolo dei bambini del Rugby Varese.

Direi che il modo migliore è quello di non prendere in giro chi legge dandoci del tu visto che siamo amici. Fammi solo dire che rispetto al “Progetto Bimbo” sono contento che la nuova dirigenza del Varese lo abbia adottato e che sia portato avanti anche da persone splendide che l’hanno condiviso con me e con l’indimenticabile Alfredo Speroni fin dall’inizio, tra non poche difficoltà.

Si lo so. Peter Pan, eterno bambino e tante stupidaggini del genere. Sono definizioni che sento fin dalle medie superiori. Le posizioni non mi sono mai interessate. In fondo sarebbe bastato mettermi qualche volta di più una cravatta, una giacca e i mocassini. Ogni volta che qualcuno mi ha affidato un compito l’ho accettato solo se convinto di poterlo svolgere. Senza far calcoli e senza risparmio. Se per qualcuno questi sono limiti contro i quali si può vincere facile non mi interessa. Per me sono un credo irrinunciabile.

Come sai, quando è cominciato a circolare il mio nome per la nomina del nuovo delegato provinciale credevo fosse la solita bufala. Poi, alla prima chiacchierata con il neo presidente regionale Oreste Perri mi sono venuti non pochi dubbi per tutto ciò che un incarico di questo tipo include. Il mio CONI provinciale ha un nome ed un cognome: Enrico Ravasi. Una persona splendida innamorata dello sport inteso come educazione, che per oltre trent’anni ricoprì lo stesso incarico da presidente. Ecco perché al mio primo appuntamento ufficiale, insieme ai riconoscimenti agli sportivi più meritevoli ne ho voluto uno per meriti sportivi in memoria di Enrico Ravasi che per la prima edizione sono diventati quattro. Uno alla memoria della guida dei Ciechi Sportivi Guglielmo Donai, uno allo storico segretario della Belfortese e della FIGC di Varese Costantino Rossi e altri due a colonne del Progetto Bimbo come Antonio Rossaro e Pino Papa.

Conosco e apprezzo da sempre l’ambiente del Rugby Varese. Con il presidente Stefano Malerba e la sua famiglia siamo amici da quando eravamo ragazzi. Già in passato mi aveva chiesto più volte di fare qualcosa con loro ma per la mia propensione calcistica si trattava più che altro di chiacchierate e buoni propositi. In un momento per me particolarmente amaro la sua telefonata è stata come la mascherina dell’ossigeno. Dopo la prima volta sul campo il resto era già tutto archiviato come una bella favola che è finita e niente di più. Una tutta nuova è appena cominciata e intendo viverla nell’unico modo che conosco, come sempre. Senza risparmio e senza calcoli.

Ah bè, un sogno che si avvera!

È tutto un equivoco. Io, da sempre, miro a fare le scarpe al mio amico Silvio Aimetti, sindaco di Comerio… Dovessi essere eletto il mio primo e unico atto ufficiale sarebbe cambiare l’accento da Comèrio in ComeRìo! Un’oasi verdeoro in Lombardia!