Lasciò morire di stenti la figlioletta: chiesto il processo immediato per Alessia Pifferi

Rischia l'ergastolo la donna in carcere da fine luglio accusata di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai motivi futili e abbietti per il decesso della bimba di un anno e mezzo abbandonata in casa da sola per sei giorni. Il gip dovrà decidere se si salterà l'udienza preliminare come vorrebbero i pm

MILANO – I pm di Milano Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro hanno chiesto il processo con rito immediato per Alessia Pifferi, la 37enne in carcere da fine luglio scorso per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, di quasi un anno e mezzo, abbandonandola da sola in casa per sei giorni.

La Procura ha deciso di contestare nell’imputazione di omicidio volontario anche l’aggravante della premeditazione, che era stata esclusa dal gip nella misura cautelare. Omicidio aggravato pure dall’aver ucciso la figlia e dai motivi futili e abietti. Sulla richiesta di processo immediato (si salta l’udienza preliminare) dovrà decidere il gip Fabrizio Filice e poi la donna andrà a giudizio in Corte d’Assise, dove rischia l’ergastolo.

La piccola, scrivono i pm nell’imputazione, venne lasciata “priva di assistenza e assolutamente incapace, per la tenerissima età, di badare a se stessa, senza peraltro generi alimentari sufficienti e in condizioni di palese ed evidente pericolo per la sua vita, pure legate alle alte temperature del periodo”. Tutto ciò causò “nella minore una ‘forte disidratazione’, con ‘deragliamento delle funzioni cellulari con particolare riferimento al sistema nervoso centrale e al circolo’, culminato nel decesso”.