Ora siamo giunti alla resa dei conti. Dopo oltre un mese di barricate, i cinque soci del Varese si ritroveranno attorno ad un tavolo per l’assemblea: l’appuntamento, salvo indisponibilità, è fissato per sabato alle 18.30 per cercare di stringere i tempi e dare una svolta possibilmente immediata allo stallo societario, che certo non aiuta.
Ieri sono infatti partite le convocazioni da parte di Enzo Rosa, socio fondatore ed unico in grado di poter convocare l’assemblea dei soci. La richiesta di incontro è partita dagli azionisti di maggioranza, Paolo Basile ed Aldo Taddeo, che venerdì hanno diramato un comunicato stampa richiedendo espressamente la convocazione dell’assemblea, dettando anche i punti all’ordine del giorno: rinnovo del Consiglio di Amministrazione, analisi della situazione economico-patrimoniale della società e provvedimenti conseguenti.
Ma come si è arrivati a questo punto? La crisi societaria è iniziata il 28 gennaio scorso, con le dimissioni (mai ratificate) di Gabriele Ciavarrella da presidente e da membro del CdA. Dopo due settimane di silenzio, nonostante l’iniziale intenzione di prendere in mano la situazione e risolverla, anche la maggioranza formata da Basile e Taddeo (che detengono insieme l’80%) ha rassegnato le dimissioni, annunciando anche la remissione delle quote con un comunicato datato 10 febbraio.
Arriviamo al 22 febbraio: in programma c’è un incontro dal notaio per sancire il passaggio di quote dai dimissionari Basile e Taddeo ai fondatori Rosa e Ciavarrella. Un incontro che non avviene, perché l’avvocato Di Cintio, che assiste i soci di maggioranza, richiede un incontro preliminare a Giuseppe Armocida, legale del Varese.
Qui parte la giostra delle conferenze stampa e delle accuse reciproche: prima Rosa e Ciavarrella chiedono pubblicamente alla maggioranza di farsi da parte e di rimettere le quote (come da loro comunicato del 10 febbraio),poi Basile e Taddeo rispondono con un incontro riservato alla stampa, spiegando le loro ragioni e comunque senza mollare la presa. Si arriva così alla richiesta di assemblea, circa un mese e mezzo dopo: il pacchetto di minoranza ha pronto un investitore in grado di contribuire al ripianamento dei debiti e alla gestione economica della società, Basile e Taddeo metteranno sul tavolo dell’assemblea le loro carte e le loro risorse. Sperando che, alla fine, si decida davvero, e solo, per il bene del Varese.