Vini rossi, vini bianchi, fermi o con le bollicine, pronti a farsi gustare, in tentatrice abbondanza, per le prossime festività: che però non si esageri. E non si offenda il liquido amico di Bacco se in tale occasione non dimentichiamo che comunque – lo dice il palato, e la scienza conferma – la bevanda che, oltre a non provocare pericoli per la salute, disseta di più, rimane l’acqua. Su tale
bevanda c’intrattiene (in ‘Bertoldo e Bertoldino’, di G. C. Croce) Marcolfa, la savia Marcolfa, moglie di Bertoldo, che invita gli emissari del re (dei Longobardi, Alboino) a bere, con le mani, dalla sua cantina (un limpido ruscello) il ‘chiaro liquore’ col quale ‘si sta sempre in tono e sempre si ha il cervello a segno’. Durante le festività, e soprattutto dopo, ricordiamoci il salutare costume malcorfiano di bere acqua.
Gianfranco Mortoni
Esagerando: bere acqua nell’epoca del pane e acqua. Un invito realisticamente provocatorio e che aiuta a riflettere.In quest’elogio dell’acqua si specchia la povertà del nostro momento. Povertà d’idee, non solo del portafogli. Povertà di pragmatismo. Povertà di coraggio. Quando le difficoltà incombono, è naturale piangersi addosso. Ma dopo un po’, basta. Dopo un po’, bisogna asciugare le lacrime guardare lungo invece che corto. Ci sono in giro dei nonni che dispensano saggezza, ricordando le pene sopportate da ragazzi per scampare alla tragedia della guerra e ai disagi
(altro che disagi) del periodo immediatamente successivo. Questo per dire che gl’italiani sanno fare sacrifici, nelle difficoltà danno il meglio di se stessi, credono nei loro mezzi, non hanno paura del futuro. Sono nonni che vanno ascoltati, ed è augurabile che ciascuno di noi abbia l’opportunità di farlo. Pensano positivo, e di questo soprattutto abbiamo bisogno adesso che abbiamo conosciuto la verità e conosceremo il suo prezzo, pur se non ancora equamente distribuito. Si chiama ottimismo collettivo della volontà, e non ne è sprovvisto il Paese dell’individualismo pessimista.
Max Lodi
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