Laurenza: «That’s amore» Per il Betti scatta la ola

Il clima non è quello carico di aspettative che aveva accompagnato la presentazione del Varese nel luglio dello scorso anno in piazza Monte Grappa, davanti a duemila spettatori.

Il Franco Ossola è però rovente di passione e i 1.300 spettatori che affollano la tribuna principale sono commoventi per il loro genuino affetto nei confronti dei biancorossi.

Davanti a tanti cuori così innamorati il primo a parlare è il presidente Nicola Laurenza. Dicono che per iscrivere la squadra al prossimo campionato di B si sia impegnato pure la camicia e l’affermazione non è troppo distante dalla realtà.

Il patron incomincia rivolgendosi agli ultrà: «Ringrazio i ragazzi della curva per il loro sostegno: l’iniziativa di raccogliere fondi in nostro favore con la loro lotteria è stata lodevole e mi ha lasciato senza parole. Ma il mio pensiero va anche a chi si è già abbonato, dimostrando concretamente l’amore nei confronti del Varese».

Il discorso di Laurenza è asciutto e anche Max Laudadio, noto volto televisivo e presentatore della passerella biancorossa, non eccede in fronzoli, soffermandosi però a lungo sul direttore sportivo Lele Ambrosetti, introdotto così: «È un grande uomo, un varesino al cento per cento e un amico, anche se l’ho conosciuto solo alla fine della passata stagione. Qualche mese fa, appena aveva accettato l’incarico di direttore, si era commosso e adesso sta mettendo solide basi per il prossimo campionato».

Laudadio non riesce neppure a pronunciare il nome di Stefano Bettinelli, chiamato in campo per ultimo e acclamato dal Franco Ossola come un divo. «Bettinelli olè» e l’altro coro simile, «Bettinelli alè alè», caricano l’allenatore che ha la battuta pronta con Laudadio, che lo definisce «l’uomo che ha salvato il Varese». Il tecnico non si scompone: «Ci siamo salvati tutti insieme».

Ovazione immensa a cui seguono altre parole del Betti: «Arrivare allo stadio tutti i giorni e respirare la magia del calcio, e quella ancora più speciale del Varese, è un sogno».

© riproduzione riservata