«Lavoriamo per migliorare. Sempre»

Vanoncini e l’abbraccio a Moretti dopo Reggio Emilia: «Prova che dà conforto»

“Non si può sempre perdere” canta il buon Ligabue. Come a voler dire, forse, che prima o poi il fato smette di voltarti le spalle, ti guarda negli occhi e ti abbraccia. Nello sport però non funziona proprio così. Nello sport “la fortuna non esiste, esiste un momento in cui il talento incontra l’occasione”. E questa volta è Seneca, non Ligabue. E, aggiungiamo noi, il talento incontra l’occasione quando supportato dal lavoro. Ed il lavoro, nel successo, è una condizione essenziale ed in Varese-Reggio si è visto. Di questo, ed altro, parliamo con Stefano Vanoncini, assistente allenatore di coach Paolo Moretti.

Chiaramente la vittoria di domenica è importante, perché giunge contro una squadra che nel campionato italiano è una delle prime forze. Il fatto che la nostra prestazione sia stata di alto livello è ancora più confortante. Quello che rimane scritto dopo ogni vittoria sono i due punti in classifica, ma per chi lavora quotidianamente la prestazione è la cosa più confortante.


Abbiamo giocato una partita molto accorta, cercando come sempre di speculare il più possibile sui punti deboli dell’avversario. Abbiamo proposto scelte tattiche un pochino nuove, cavalcando alcune soluzioni tattiche che potessero mettere in difficoltà Reggio Emilia. Le scelte e le idee si sono rivelate esatte, che poi in realtà sono tutte buone o non buone, ciò che conta è come vengono messe in campo.


È sempre difficile essere obiettivi nell’autovalutazione. Una parte importante del lavoro di allenatore è quella di saper valutare il lavoro, la squadra, gli avversari ma anche se stessi. Noi facciamo un grande lavoro per migliorarci, per adottare correttivi, siamo molto onesti nell’auto valutarci e nel criticarci. Il progresso, anche nelle ultime sconfitte, si vedeva perché c’è sempre stato. È chiaro che poi il risultato ha un peso importante nel giudizio al di fuori di noi. Si gioca per vincere, quando perdi è più facile dire che è tutto sbagliato e tutto da rifare, ma in realtà non è mai tutto sbagliato e da rifare quando perdi, come non è tutto da tenere quando vinci. Detto questo, siamo molto contenti e fortunati nell’avere un gruppo di giocatori che non ha mai smesso di lavorare per migliorare. E che non si è mai arreso.


Noi venivamo da due prestazioni negative, che secondo me ingiustamente sono state messe una di fianco all’altra. Le sconfitte contro Cantù ed Asvel non sono paragonabili tra loro per una lunga serie di motivi. La sconfitta nel derby è stata dolorosissima per tutti, e magari più di un tifoso salterà sulla sedia se dico che noi eravamo molto più preoccupati per la prestazione contro l’Asvel piuttosto che per quella con Cantù, perché riteniamo ci fossero motivazioni alla base del risultato che potevano essere comprese mentre alcune cose viste con l’Asvel non ci stavano per nulla bene. Abbiamo lavorato sodo per porre rimedio nei tempi giusti ed è venuta fuori questa grande prestazione.


Alla crescita individuale di Eric corrisponde la crescita della squadra, che è stata pensata per essere guidata da lui. La sua crescita è molto legata al suo miglioramento fisico, viene con il lavoro quotidiano e non passa attraverso interventi miracolistici o atteggiamenti o scelte, passa solo attraverso il lavoro fisico e quotidiano e l’allenamento. Quando un giocatore si sente sicuro delle sue gambe, è più facile che riesca a far vedere ciò che può fare. Per quanto riguarda Johnson, è prematuro dare un giudizio dopo averlo visto per mezzo allenamento, però diciamo che nel mezzo allenamento ho rivisto più o meno le cose che abbiamo visto studiandolo con i filmati. Prima tra tutti appare evidente una conoscenza del gioco ed una capacità di stare in campo di un livello molto alto.