Le porte del tribunale possono restare chiuse: Varese esce dalla udienza preliminare del dentro-fuori contro i Sodertalje Kings con un’assoluzione che le vale il passaggio del turno nella coppa targata Fiba. Bene così: il senso della partecipazione è salvo, l’orgoglio pure e il settantesimo anniversario della società verrà vissuto con i piedi ancora ben saldi in quell’Europa in cui la storia biancorossa più fulgida è stata scritta. Nessun processo dunque, ma continuando a giocare con il gergo giuridico si potrebbe dire che è la sola qualificazione a valere il non luogo a procedere, perché il campo – per un’altra sera – ha mostrato una certa dose di colpevolezza da parte di Cavaliero e compagni. Usciamo dalle metafore: il tutto per tutto contro gli svedesi non è stato giocato granché bene da parte degli uomini di Moretti. Troppi individualismi, troppe pause in difesa, troppo labile – a tratti – la concentrazione
invece necessaria a stritolare gli avversari e a non trascinare le partite oltre il consentito dal rango dei contendenti stessi. Varese è stata bella in Davies, sonnolenta ma alla fine decisiva in Ukic, un coro solista in Wayns e Galloway: tanti singoli che alla fine hanno fatto una somma, ma che non lasciano ancora tranquilli per i calcoli che si faranno in futuro. A proposito di futuro: ora che il sentiero europeo prosegue, quale sarà la tanto agognata risposta di Ukic? In conferenza stampa coach Moretti si è dimostrato pessimista: «Stiamo ragionando come se non dovesse rimanere…». Quando questa martoriata squadra riuscirà ad avere una base solida? A quando le certezze? A quando la possibilità per lo stesso Moretti di lavorare con un gruppo che non cambia una settimana sì e l’altra pure? Per fare le somme giuste servirebbe un po’ di tranquillità: gli errori di calcolo sono sempre dietro l’angolo.