Le sculture rosse lasciano Varese E senza neppure un graffio

VARESE Giuliano Tomaino in persona era in piazza Monte Grappa, nel primo pomeriggio di ieri, per controllare il recupero delle sue “Sculture Rosse”, che resteranno per un po’ a riposo prima di ripartire per un tour europeo che inizierà da Madrid.Tomaino sorveglia le operazioni e sorride: «Varese, con le mie sculture, ha dato un esempio di civiltà: è la prima città dove le ritiro intonse».Varese si è dimostrata, se non amante, di sicuro rispettosa dell’arte. Lo stesso artista lo conferma: «Le mie sculture rosse hanno già girato parecchie piazze: Genova, La Spezia, Pietrasanta, ad esempio. Ma è la prima volta che le ritiro senza una scritta, senza un graffio. Varese ha dato l’esempio di rispetto e civiltà». I cavallucci e i “cimbelli” dell’artista ligure ripartiranno tra pochi mesi alla volta dell’Europa: prima tappa Madrid, poi Berlino e altre. Ma, racconta, sono arrivate fino in Corea: «davanti all’aeroporto di Seul ce n’è una in pianta stabile. E sto preparando un cavalluccio, simile a quello installato in mezzo alla rotonda, ma alto nove metri, che campeggerà all’ingresso della facoltà di architettura dell’università

di Pescara». Non è finita: per l’anniversario della traversata dell’Atlantico del panfilo Rex, due sagome di un uomo con le braccia alzate, rigorosamente verniciate di rosso, campeggeranno una a Genova e l’altra a New York, nei punti di partenza e di arrivo della nave.Le opere di Tomaino, però, ieri hanno definitivamente lasciato Varese. Nessuna delle grandi sculture è stata acquistata, mentre diverse delle opere esposte allo Spazio Lavit di via Uberti fino a sabato sera, parte della mostra “I conti del carbonaio”, finiranno nelle collezioni degli appassionati d’arte varesini. L’esposizione delle opere di Tomaino è stata organizzata dall’associazione culturale Parentesi, che ha nell’architetto varesino Alberto Lavit l’esponente più in vista. Anche Lavit era in piazza Monte Grappa ieri, per partecipare alle operazioni di smobilitazione. «L’esperienza della mostra “open air” in piazza è stata positiva, anche se decisamente impegnativa – racconta l’architetto – speriamo che possa essere la prima di una serie, perché i varesini hanno apprezzato». L’idea dell’associazione Parentesi è quella di riproporre, una volta l’anno, un’esposizione simile a quella di Tomaino: grandi sculture fatte per gli spazi aperti.

s.bartolini

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