VARESE Domenichino, morto nel 1950 a 13 anni e nove mesi, potrebbe diventare beato. Don Angelo Corno, arciprete al Sacro Monte, ha intenzione di mandare avanti la sua causa di beatificazione, ferma da anni. «Sto raccogliendo le testimonianze di grazia ricevuta attraverso le sue intercessioni» conferma l’arciprete, che ha ristampato un libricino per far conoscere la storia del bambino.Le testimonianze di grazia ricevuta ci sono perché Domenichino è conosciuto e venerato. Lo dimostrano i tanti giocattoli e segni di riconoscenza che continuano ad essere portati sulla sua tomba, nel cimitero del Sacro Monte, borgo dove il bambino è nato e morto. «Domenichino voleva farsi prete e missionario, ma il Signore lo ha chiamato a sé prima – prosegue il don – Era un bambino servizievole che faceva il chierichetto in chiesa prima di andare a scuola dai Salesiani e che distribuiva cibo ai poveri dalla porta del suo albergo (il Camponovo). Diceva che quel cibo era per il Cristo Affamato. In tutta le diocesi ai tempi si diffuse la sua fama». Domenichino nacque il 24 agosto 1936. Anche in veste di figlio del padrone aiutava la servitù. Quando pregava, toccava un tale livello di concentrazione che le suore, preoccupate, arrivavano a scuoterlo. Un’altra sua passione era la musica: improvvisava numerose melodie dicendo che gli «sgorgavano dal cuore» e a nove anni divenne
organista al santuario.«A un certo punto volle farsi fare una foto sorridente per la sua lapide – continua don Corno, che ha raccolto testimonianze del bambino senza però conoscerlo di persona – Ai tempi non c’erano i sintomi della malattia e la richiesta della foto per la lapide sembrò strana visto che a pronunciarla era un bambino. Invece Domenichino morì sei mesi dopo di leucemia». Il bambino ha accettato la malattia come un dono. Pare che confortasse le persone che gli stavano intorno dicendo «So che non guarirò, il Paradiso è assicurato», «Non voglio essere incosciente quando muoio, è Domenico Savio che mi viene incontro», «Mamma, quando non ci sarò più, va a trovare i bambini che soffrono negli ospedali, va a nome mio. Hanno tanto bisogno di conforto», «Mi sarebbe piaciuto tanto aver potuto tenere Gesù nelle mie mani, ma si vede che devo essere sacerdote in Paradiso», «Mamma ho chiesto alla Mamma Celeste di venirti a consolare».La morte arrivò il 29 maggio 1950, nell’anno di beatificazione di Domenico Savio, che era suo confidente nella preghiera. Pare che, spirando, il bambino abbia urlato con gioia: «Mamma mi viene incontro la Madonna!». Se oggi, sulla sua tomba, ci sono tanti giocattoli è perché le mamme portano spesso i loro bimbi a vedere quella foto, in cui Domenichino sorride contento di andare in Paradiso.
s.bartolini
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