«Sì, mi fa male, ma è il prezzo da pagare per poter giocare». Nuova udienza, questa mattina, per il processo a carico di Maurizio Vismara, l’allenatore di football americano accusato di aver seviziato uno dei suoi giocatori, minorenne, all’aeroporto di Malpensa prima di una trasferta. Con lui sono imputati Valerio Zannotti, ai tempi aiuto allenatore, e due dei giocatori che parteciparono al battesimo. Il processo si avvia alla conclusione e oggi sono stati ascoltati altri testimoni. Tra questi un giudice sportivo federale e una psicologa, che ha presentato una perizia elaborata sui documenti presentati in aula. La dottoressa ha parlato di come Vismara fosse percepito dai suoi ragazzi. «Veniva descritto come una persona autoritaria ed autorevole. Un allenatore vincente, che però
allenava con modalità di tipo militare». Il perito ha anche parlato di quei battesimi che ognuno doveva subire. «La loro funzione era quella di rito per poter entrare a far parte del gruppo. Erano considerati obbligatori, da parte dei ragazzi, e in alcuni casi si passava il limite». Nel racconto di quei riti fatto dai ragazzi, secondo la dottoressa, venivano messi in atto tutta una serie di comportamenti per esorcizzare quanto successo. «Dicevano che era qualcosa che faceva male, ma che era un prezzo da pagare per poter giocare. Ne sminuivano la portata, dicendo che erano solo goliardate, oppure si allontanavano quando avvenivano». Eppure, almeno in un caso, lo scherzo ha decisamente passato il limite. Si torna in aula tra due settimane.
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