Lega, Bossi: non vado in pensione Trionfa Salvini, nuovo segretario

BERGAMO – Dopo che venerdì si è aperto al l’ottavo Congresso nazionale della Lega, oggi i lavori al PalaCreberg di Begramo si sono aperti con gli
interventi dei triunviri Maroni, Calderoli e Del Lago. A seguire Umberto Bossi e il segretario nazionale che sarà eletto.

Tra i primi ad  arrivare al PalaCreberg è Calderoli che parla di «punto di ripartenza»: «Si sta concludendo la stagione dei congressi – ha spiegato – A fine mese ci sarà quello federale e per me è un punto di ripartenza: ora  programma politico, analisi e proposte». Calderoli ha detto che avrebbe preferito candidature unitarie «però da noi si vota – ha aggiunto – è democrazia. Vinca il migliore».

Sul palco il primo a salire è stato Roberto Maroni, che è tornato a ripetere la contrarietà della Lega alle celebrazioni del 2 giugno, visto il terremoto che ha colpito  l’Emilia e parte della Lombardia. «Non partecipiamo alle celebrazioni – ha spiegato – perchè queste feste, questi buffet, dovevano essere tutti cancellati per

dare un aiuto concreto alle popolazioni colpite dal terremoto». Maroni ha definito «inopportuno festeggiare un evento mentre c’è gente che soffre, gente che è morta, gente che ha perso tutto e  l’aiuto dello Stato poteva essere e deve essere molto più concreto che celebrare una festa facendo buffet e buttando soldi nel cesso».

«Mi pare che sia Berlusconi che comanda nel Pdl e che questa non è una
buona notizia» ha detto poi Maroni commentando le parole dell’ex  premier. «Tutti si aspettavano un rinnovamento, un cambio di leadership –
ha aggiunto a margine del congresso della Lega lombarda – Queste erano
le premesse ma c’è la politica dell’elastico, un pò avanti un po’ indietro, che crea confusione. Comunque – ha concluso – non è una cosa che mi preoccupa particolarmente. Il tema delle alleanze non è all’ordine del giorno».

Poi ha sottolineato: «Il nemico è fuori, gli avversari sono fuori. Noi ritroviamo l’unità di tutti i militanti. Da oggi si parte, si può ripartire. Vediamo se ci saranno le condizioni. L’ambizione e il sogno – ha concluso – è quella di diventare il primo  partito del Nord prima delle elezioni politiche».

Sulla  questione Imu, Maroni ha proposto «una grande manifestazione con i sindaci e i militanti domenica 17 giugno, il giorno prima che si paghi:  dobbiamo iniziare la protesta fiscale – ha detto – i nostri sindaci devono restituire la fascia tricolore in prefettura se necessario».
Infine ha terminato il suo intervento con un raffronto tra la Lega e l’Emilia: «È arrivato il tempo di elaborare il lutto – ha concluso Maroni – basta piangerci addosso, dobbiamo decidere che cosa fare da qui in avanti per vincere la battaglia storica iniziata tanti tanti anni fa. Anche noi siamo stati terremotati – riferendosi ai recenti scandali – ma noi siamo abituati a ripartire e a ricostruire dalle macerie».

Sul palco è salito anche Umberto Bossi che ha ribadito la sua intenzione di
continuare in politica: «È vietato andare in pensione per chi ha dimostrato capacità – ha detto – Così starò qui io, a lavorare» rivolgendosi al segretario uscente Giancarlo Giorgetti. Poi il senatur ha ribadito la sua convinzione che le inchieste giudiziarie sui conti del Carroccio siano state organizzate: «Tutto organizzato? Bene – ha spiegato – Noi ci mobilitiamo contro gli organizzatori delle malefatte. La Padania guarda avanti, non ci fermeranno» ha detto come slogan, ribadendo che il centralismo vede la Lega come un nemico e quindi «lo Stato non ci mette i tappeti rossi – ha detto rivolto ai militanti – ci manda i magistrati: che cosa vi aspettavate? Ma non ci possono togliere la voglia libertà se è salva quella è salvo tutto, si possono anche perdere voti».

Poi ha concluso con un accenno sulla votazione del nuovo segretario: «Ognuno vota come vuole, l’importante è che, chiunque venga eletto, poi si chiuda tutto». evidenziando così di non voler dare sostegno personale né a Matteo Salvini nè a Cesarino Monti, i due candidati alla successione di Giancarlo Giorgetti.

Entrambi i candidati hanno poi parlato dal palco bergamasco: il primo, con tono polemico, è stato Monti: è infatti bastato che facesse un accenno contestatorio alla presenza dei leghisti in tv – per contestare l’avversario Salvini, spesso ospite in diverse trasmissioni – che è partita una selva di fischi e contestazioni al punto che dal palco si è rivolto a Matteo Salvini dicendogli: «Calma le tue frange». «Per me il capo – ha detto – sarà sempre Umberto Bossi. Se ci sarà un altro segretario mi metterò a disposizione». Monti, che è malato, ha aggiunto di essere meno preoccupato per la propria salute che per la Lega che «non so se riuscirà a combattere il cancro entrato nel partito che non sono Maroni o Salvini ma quelli che sono entrati per avere dei posti».
Non è mancato un accenno polemico sul congresso. Il senatore ha detto di essere stato boicottato: «Sulla Padania di oggi – ha commentato – ci sono due pagine sul congresso e il mio nome non c’è mai». E quando il suo tempo è giunto alla fine, ha rincarato: «Mi avete oscurato dappertutto sulle radio, sulle tv – ha proseguito – fatemi almeno parlare».

Dopo Cesarino Monti, l’avversario Salvini: «Se avete la follia di eleggermi segretario – si è autopromosso – mi dimetto da consigliere comunale, anche se lo faccio con la morte nel cuore. Il mio sarà un programma soprattutto organizzativo – ha avvertito – perché il segretario deve essere soprattutto un organizzatore». Salvini ha spiegato, dopo le parole polemiche del suo avversario Cesarino Monti, la sua presenza in tv dicendo che è «per difendere la Lega e Umberto Bossi». E ha sottolineato che il congresso è la sede giusta per «scazzarsi, ma da domani basta» chi, al di fuori delle sezioni, parla male di qualcuno in tv, sui giornali o sui social network «è fuori, comunque si chiami. Io – ha concluso – sono maroniano, bossiano, leghista».

Salvini non si è risparmiato nei commenti, con una stilettata anche nei confronti di Roberto Formigoni: «Gli faccio un appello – ha detto – Al posto di andare in vacanza ai Caraibi, vada sul Lago di Como e ci risparmi qualche figura di palta». Un riferimento implicito alle polemiche sulle vacanze del governatore: «Formigoni, se ci sei – ha concluso l’europarlamentare leghista – fai il lombardo anche nelle vacanze».

Con 403 voti a favore, Matteo Salvini è stato eletto nuovo segretario della Lega lombarda. L’europarlamentare della Lega Nord ha battuto la concorrenza dello sfidante Cesarino Monti, che ha ottenuto invece 129 voti. Salvini, che succede a Giancarlo Giorgetti, ha annunciato che si dimetterà dal Consiglio comunale di Milano. Subito dopo l’annuncio della vittoria, Salvini e’ salito sul palco del Palacreberg, attorniato dai 16 segretari provinciali lombardi. “Non ha vinto uno, ha vinto la squadra: tutti i 544 delegati, che abbiano votato Salvini o Monti”, ha detto, dopo aver abbracciato Giorgetti. Il neosegretario ha chiesto a quest’ultimo di “continuare a lavorare” per la Lega lombarda e annunciato che i suoi due possibili vice potrebbero essere i segretari provinciali di Brescia e Bergamo, Fabio Rolfi e Christian Invernizzi.

s.bartolini

© riproduzione riservata