Lega, Tosi strappa «Se mi mandano via posso correre solo»

«É stato un errore commissariare la Liga», Salvini tira dritto: «Ho fatto tutto il possibile. Adesso basta beghe. Chi non ci sta è fuori»

«Ho chiesto ai veneti di decidere tra di loro, per quanto mi riguarda il riferimento è Luca Zaia. Ci pagano lo stipendio per risolvere i problemi, non per begare». E «chi continua su questa strada è fuori». Matteo Salvini ci va duro dopo la riunione del Consiglio della Liga Veneta, che la notte scorsa ha deciso di chiedere formalmente al Consiglio federale il ritiro della decisione che sancisce il commissariamento del Carroccio in Veneto. Una presa di posizione netta che sancisce la frattura interna al Carroccio.

«Corro da solo»

E chi è andato avanti per la sua strada è stato il segretario della Liga Veneta e sindaco di Verona Flavio Tosi, che rivendica da mesi il diritto della Liga di comporre le liste elettorali senza interferenze. «Se il Consiglio federale della Lega mantenesse la posizione del commissariamento valuterei le dimissioni da segretario della Liga Veneta. Poi a quel punto liberi tutti», ha spiegato ai microfoni di Radio 24 Tosi, non nascondendo che la frattura tra lui e Salvini sia vicinissima: «Se venisse portata avanti la linea del commissariamento la frattura sarebbe irreparabile. Spero che loro rivedano questa decisione presa, una decisione sbagliata». Alla domanda se possa candidarsi a governare il Veneto Tosi ha risposto: «Io sono stato da sempre fin troppo leale e corretto, quindi ho sempre sostenuto la candidatura di Zaia. Ora, se ci fosse una frattura ognuno poi deciderebbe liberamente. Ma se così fosse non avremmo certo provocato noi la situazione. Posso rimanere sindaco, ritirarmi in seminario o anche candidarmi a governatore». Poi ha parzialmente corretto il tiro: «Sono d’accordo con Matteo Salvini: basta liti in Veneto. Nel mondo civile per evitare le liti hanno inventato le regole ed è quindi sufficiente rispettarle».

«O Zaia o Moretti»

«Basta tira e molla – ha ribattuto Salvini, che giovedì aveva incontrato il sindaco di Verona per tentare senza successo una ricomposizione – ho fatto tutto quel che potevo fare, per quanto mi riguarda si lavora con Luca Zaia». «Io ho finito di parlare di questioni interne – ha aggiunto il leader leghista -. Ci sono migliaia di aziende da sostenere, i sindaci abbandonati a se stessi… Ultima delle mie preoccupazioni sono le questioni interne al partito, io lavoro con Luca Zaia». E ancora: «Abbiamo un patrimonio da preservare e da offrire ai veneti, se lo vorranno votare: l’alternativa sarà tra Zaia e la Moretti, chiunque si ponga fuori da questa alternativa non va da nessun parte».

La Liga: «No derive di destra»

«A me non piace la deriva di estrema destra della Lega Nord – ha ribadito ieri il presidente della Liga Veneta Luca Baggio – non è nel Dna del Veneto, non è nel Dna della Lega Nord originaria, quella federalista, quella che porta le istanze dei territori. Questa deriva verso la destra e verso il nazionalismo non ci appartiene». Tosi si trova di fronte anche un’altra importante scelta che attiene alla sua Fondazione “Ricostruiamo il Paese”. Secondo le richieste del federale, il sindaco veronese dovrebbe abbandonare il suo progetto. «Quello è un diktat forte – ha ammesso Baggio – e, come Flavio, ne vivo il concreto coinvolgimento emotivo. Porre una pietra tombale sulla fondazione significa bloccare un percorso che fu condiviso a Mantova fin dall’inizio, sia da Maroni che dallo stesso Zaia». n