Da quel «Te la senti?» alla storica salvezza in seconda serie, celebrata domenica, sono trascorsi 12 anni di passione, difficoltà superate e crescita che – un passo dopo l’altro – è diventata esponenziale. Con l’ultima vittoria su Imola i Legnano Knights hanno “ufficializzato” la voglia di tenersi stretto il loro paradiso, la Serie A2, a compimento di una stagione bellissima che è stata l’ennesimo capitolo di una storia che lo è altrettanto.
A raccontarcela è stato il presidente Marco Tajana, venuto a trovarci ieri in redazione. E vale la pena passare il “Rubicone” di Castellanza e uscire dai confini della provincia se si tratta di basket: la favola di Legnano – piccola realtà sospesa nel triangolo da leggenda Varese-Milano-Cantù – è un esempio di come non sia impossibile superare i propri limiti dimensionali, conseguendo risultati degni di nota e proponendo un “prodotto” capace di suscitare entusiasmo.
Nel 2004 Legnano, fondata nel lontano 1966, è una formazione di C1 che vive un momento di appannamento economico. La società è sana, non ha debiti, ma l’allora numero uno Mario Landini si trova a fare i conti con risorse che non bastano più. Chiama Tajana, ex giocatore e noto commercialista della città: «Mi dai una mano?». Così, i due si incontrano nel vecchio e mitico PalaDante, con loro parecchi dirigenti della società: «Ragazzi, si chiude. A meno che non ci pensi quel signore lì…» esordisce Landini indicando Tajana, rimasto in disparte.
“Quel signore lì” ci pensa davvero: pesca alcune aziende, riesce a racimolare qualche decina di migliaia di euro e permette alla stagione di iniziare, tenendosi – però – lontano dalla gestione.
Si arriva a gennaio e Legnano rischia la retrocessione. Tajana va da Landini: «Mario, o mi dai in mano tutto e faccio a modo mio oppure do il mio contributo finché ce la faccio». «Te la senti?» risponde l’altro. Se la sente. A fine campionato si celebra la salvezza tanto agognata, ottenuta all’ultimo. E inizia una crescita sportiva, societaria e di presenza nel cuore della città.
Dodici anni dopo gli Knights portano al PalaBorsano 1700 spettatori di media, muovono tifosi alle trasferte, organizzano workshop con invitati illustri, allestiscono presentazioni da brividi all’americana e soprattutto veleggiano appena un passo sotto il gotha del basket: «L’anno scorso ci siamo salvati in Lega 2 Silver, anche grazie all’entusiasmo da neopromossi – spiega Tajana – La salvezza di quest’anno, in una categoria superiore (nel frattempo la riforma dei campionati ha cancellato la Silver e creato l’A2 unica, divisa in due gironi ndr), dà ancora più soddisfazione, perché ottenuta senza playout, creando una forte identità e superando parecchie difficoltà, a partire dagli infortuni di giocatori rappresentativi come Frassineti e Packer».
Soprattutto regala prospettiva a un progetto che andrà avanti solido, senza montature di testa: «L’A2 è il nostro top – conclude il presidente – ma vogliamo consolidarci, trovando continuità con gli sponsor e in tutte le nostre iniziative».