Domenica scorsa è stata recuperata in mare a Monterosso la salma di un volontario ai più sconosciuto, tale Sandro Usai, pace all’anima sua. Questo eroe vero è finito per le cronache dopo la solita tiritera che dura da una settimana della fidanzata di Simoncelli. Io vado controcorrente, del pilota che non ha fatto nulla di speciale me ne importa poco, mentre per Sandro, un uomo autentico, provo vergogna per la categoria degli informatori: vorrei che egli avesse avuto almeno pari trattamento.
Enzo Bernasconi
Varese
Ordinatamente. 1) La pietà per la sorte d’un generoso uomo comune non esclude quella per una stella dello sport: la morte evoca un sentimento di dolore che appartiene a tutti, e nessuno può sindacarne l’intensità; 2) non è vero che Simoncelli non aveva combinato nulla. Direi il contrario: aveva dato realizzazione al suo sogno, raggiunto i traguardi cui puntava. Naturalmente alla maniera tipica del mondo del motociclismo: ogni mondo ha regole singolari, bizzarria compresa. Magari altri giovani riuscissero a concretizzare (fossero messi nella condizione di farlo) i loro desideri; 3) la sorte di chi si prodiga per il prossimo è spesso una sorte, per così dire, segnata dalla penombra, che rimane nel retroscena mediatico, difficilmente gratificata dalla ribalta. Proprio perciò è una sorte benigna, anche se non apprezzata come tale; 4) gl’informatori hanno molte colpe, ma non quella di creare idoli. Gl’idoli li crea la folla, che di loro vuole sapere e conoscere. L’informazione si adegua. Deve adeguarsi; 5) la sua lettera, caro amico, ha ripescato nella mia memoria un’affermazione dello scrittore austriaco Hugo Von Hofmannsthal, che fu ospite della Varese del primo Novecento. A proposito di stile vita, ricordò che l’uomo autentico vive in pace con tutti senza agire come tutti. L’uomo volgare agisce come tutti eppure non va d’accordo con nessuno. Forse c’entra poco con la tragedia sportiva di Simoncelli, di sicuro c’entra molto con la tragedia politica dell’Italia.
Max Lodi
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