Letteratura/ James Joyce soffriva di ipermetropia

Roma, 16 dic. (TMNews) – I problemi di vista di James Joyce lo condizionarono tutta la vita e si riflettono nelle trame e nei personaggi dei suoi libri: i critici sottolineano che l'”Ulisse” e il “Finnegan’s Wake” vennero scritti quando lo scrittore irlandese era praticamente cieco.

Per decenni tuttavia è stato affermato – sulla scia del primo biografo, Richard Ellman – che Joyce fosse miope, ma grazie ad un’analisi dei suoi occhiali e alle ricette del suo ultimo oculista il British Medical Journal è in grado di stabilire che lo scrittore era ipermetrope – il che, data la relativa difficoltà a vedere bene da vicino, spiegherebbe in parte le grafie e la punteggiatura quanto meno creativi.

Come riporta il quotidiano spagnolo El Mundo, Joyce soffrì della “sindrome di Reiter”, effetto di una malattia venerea contratta da giovane, e nel 1907 venne ricoverato per un attacco di febbre reumatica: da quel momento iniziò a soffrire di infiammazioni oculari e a perdere visone; nel corso della sua vita venne sottoposto a 13 operazioni agli occhi, senza tuttavia che gli venissero mai somministrati gli antibiotici necessari.

Mgi

© riproduzione riservata