Letterina di Natale tra basket e calcio

Editoriale di Francesco Caielli

Noi, a Babbo Natale, ci crediamo ancora: e ci crediamo sul serio. Scriviamo letterine appassionate, aspettiamo fregolando il momento in cui c’è da scartare i pacchetti, ci gustiamo tutta la magia di luci e bontà che si annusa in questi giorni particolari.

Noi la nostra lettera di richieste l’abbiamo scritta, ma non siamo certi di averla mandata all’indirizzo giusto. E siccome ci hanno detto che Babbo Natale legge la Provincia di Varese, per non sbagliare, la scriviamo anche qui. Almeno siamo sicuri che arriva, e la notte di Natale non resteremo delusi.
Eccola qui. Iniziamo con il basket: lo sai, vero, che è il nostro sport preferito? Ti chiediamo la possibilità di raccontare una storia che mai ci eravamo nemmeno sognati, la storia di Pozzecco che torna per divertire sì, ma anche per vincere. Ce lo meritiamo noi, se lo merita tutta la gente di Varese, se lo merita il Poz. Chiediamo un po’ di tranquillità, per guardare una volta per tutte al futuro con un filo di serenità e programmazione senza dover ripartire da zero: una volta perché la stagione è andata troppo bene e sono scappati tutti, un’altra perché è andata troppo male e si è dovuto cambiare per pietà. Chiediamo una società che sappia crescere sempre, imparando a leggere l’amore che c’è dietro a una critica e la leggerezza che c’è dietro a un 5 in pagella, forte nella pesantezza della missione che dovrà portare avanti per sempre.

E poi, ancora: perché quest’anno siamo stati bravi e ci meritiamo un Natale ricco, vero? Perché c’è il Varese, che è stato capace di entrarci nel cuore e dal cuore non se ne va: anche se in questo Varese non c’è nulla (o quasi) di quello che qualche anno fa ci aveva fatto venire la curiosità di andare allo stadio. Chiediamo di vedere sotto l’albero Spartaco Landini, perché le settimane in cui lui ha lottato per il Varese sono state le più belle degli ultimi due anni e tutto quello che gli sta succedendo non è giusto. Ridaccelo: ridallo alla sua famiglia

e alla vita che ama, riportacelo qui. Ti chiediamo poi di buttare sul Varese una spolverata di passato, un assaggio di quelle atmosfere che hanno permesso a questa società di tornare grande. I lunedì allo stadio con Riccardo Sogliano, le chiacchierate con Luca, le cene con Beppe Sannino e quelle interviste con Maran in cui bastava guardarsi negli occhi per far venire fuori cose strepitose. Ed è vero che queste persone fanno tutte parte del passato e se ci si guarda solo indietro non si va da nessuna parte: però certe persone a noi mancano, e siamo sicuri che mancano anche al Varese.

Abbiamo finito? Sì, anzi: quasi. Ancora qualche desiderio in ordine sparso e vedi tu se puoi accontentarci.Regala l’abbraccio dei loro cari a quelle persone che da qualche tempo vedono solo lacrime, magari perché dietro le sbarre stanno pagando per i loro errori: regalaglielo anche se nel passato ci hanno fatto del male, regalaglielo nonostante tutto.
E poi ancora un anno di partite: di vittorie e sconfitte, di delusioni e sogni, di litigate e silenzi che fanno male. E poi alla fine ci si dice “massì, è solo sport”. È solo sport: la cosa più bella del mondo, insieme all’amore, al vino e ai bambini.