BUSTO ARSIZIO Di estivo non ha il tema, non è il classico libro da portarsi in spiaggia magari. Ma l’opera di quello che è stato per circa 40 anni il capo dell’ufficio tecnico – Luigi Ciapparella – non può non portare temporali.Non che l’architetto Ciapparella avesse nascosto i suoi giudizi negativi sulle scelte urbanistiche recenti di palazzo Gilardoni, e poche settimane fa era apparso anche a un incontro di Manifattura cittadina. Questa volta, tuttavia, ha deciso di metterli nero su bianco, e non come osservazione (scelta dello scorso anno), bensì in un vero e proprio libro, edito da LibreriaClup e uscito in queste ore. La presentazione ufficiale sarà la sera di martedì 27 luglio alla Galleria Boragno di via Milano.Documento di inquadramento dei programmi integrati di intervento, con aggiornamento e integrazioni (si tratta di delibere di Consiglio del 2007 e del 2008), la variazione urbanistica sul centro direzionale, i due isolati tra le vie Montebello, San Michele, Ariberto e Matteotti: atti, piantine, tabelle, allegati scandiscono questo libro fresco di stampa. Se qualcuno ha dubbi sullo scossone che ne verrà, può concentrarsi semplicemente sul titolo: «Città di Busto Arsizio – se questo è… amministrare l’Urbanistica». A chi è rivolto,
quest’opera, di cui Ciapparella ricostruisce la genesi nell’introduzione? Diciamo che prima viene chiarito l’obiettivo: «Ho ritenuto mio dovere prendere una chiara posizione contro tali provvedimenti e comportamenti (urbanistici, ndr), non fosse altro perché, avendo speso una vita di duro impegno sui problemi urbanistici della città di Busto Arsizio, mi trovo fra le poche persone informate in merito ad essi e quindi meglio in grado di paventare i gravi rischi cui la città si trova esposta». Un messaggio ai giovani e a chi a cuore il futuro di Busto – aggiunge -, agli incaricati del Piano del governo del territorio, ai consiglieri comunali «perché siano ben consapevoli delle decisioni che andranno ad assumere».Un viaggio intenso, e a tratti molto tecnico, che mostra dei fili conduttori. Come il timore di una deregulation, di un eccessivo affidamento ai privati del futuro urbanistico di Busto o di una compromissione delle risorse del territorio. O ancora «il rischio che sia solo il denaro a decidere, sempre e comunque, le sorti della città». Si viaggia sull’area delle Nord (Ciapparella non ha mai nascosto il plauso per l’opera di Mario Botta o nel centro storico, più precisamente nella zona di San Michele. Marilena Lualdi
m.lualdi
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