L’export varesino su del 25,2% nel 2022: meglio del trend nazionale: tutti i dati e i settori

L'analisi di Univa fornisce un quadro incoraggiante per quanto riguarda le esportazioni della nostra provincia nei primi sei mesi dell'anno con un valore di 6,1 miliardi di euro. Positivo il saldo con le importazioni

VARESE – Gli ultimi dati provvisori disponibili sul commercio estero varesino sono relativi al periodo gennaio-giugno 2022. Le esportazioni a valore della provincia hanno raggiunto i 6,1 miliardi di euro, in aumento in termini correnti del +25,2% rispetto allo stesso periodo nel 2021, con una performance migliore rispetto al trend nazionale (+22,5%). Tuttavia, va evidenziato che le esportazioni a valore stanno crescendo soprattutto grazie all’aumento dei valori medi unitari, piuttosto che a quello dei volumi. A dirlo l’Unione degli industriali della provincia di Varese.

A fronte di un aumento del +22,5% delle esportazioni italiane a valore (primo semestre 2022 su primo semestre 2021), i volumi sono aumentati nello stesso periodo del +2% e i valori medi unitari del +20,1%. Sul lato delle importazioni a valore della provincia, che hanno sfiorato i 4,9 miliardi di euro, si è registrato un aumento in termini correnti del +24,2% rispetto a gennaio-giugno 2021. Per questo motivo, il saldo commerciale varesino a valore nel primo semestre 2022 è risultato positivo e pari a 1,3 miliardi di euro (+29,0% rispetto al primo semestre 2021).

Riguardo i principali mercati di riferimento, nel primo semestre 2022 si evidenzia un andamento delle esportazioni a valore diffusamente espansivo. Nell’area UE-27 (post-Brexit), i principali partner commerciali hanno registrato quasi tutti variazioni positive a due digit, attorno al +20,0% (tranne per il Belgio, che segna un +6,5%): l’incremento più importante si è verificato in Polonia, dove la variazione tendenziale è stata pari al +29,0%. Nell’area extra UE-27, crescono molto le esportazioni verso gli Stati Uniti (+60,1%) – primo mercato di sbocco oltre i confini europei – che beneficiano anche del deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro. Si segnala un aumento delle esportazioni anche verso il Regno Unito (+45,1%) e la Svizzera (+18,1%), mentre segna una diminuzione l’export verso la Cina.

In termini di composizione settoriale, con riferimento ai comparti maggiormente rappresentativi del territorio, si evidenzia che nel primo semestre 2022 il 52% delle esportazioni ha avuto origine dal settore metalmeccanico, l’11% dal tessile-abbigliamento-pelletteria, il 14% dal chimico-farmaceutico ed il 10% dal settore gomma e materie plastiche. Il settore metalmeccanico, rispetto al primo semestre 2021, ha registrato un aumento dell’export del +19,6% e un aumento dell’import del +18,9%. All’interno del settore le performance dei vari comparti sono positive,

ma con intensità differenti in termini di export. Innanzitutto, si registra un aumento importante dei macchinari (+7,8%), principale voce per peso sul commercio estero varesino (circa il 19,8% del valore totale). In dettaglio, hanno segnato rialzi maggiori le altre macchine per impieghi speciali (+17,1%) e le altre macchine di impiego generale (+6,2%); registrano invece un calo importante le esportazioni di macchine per l’agricoltura (-41,1%). Si segnalano poi aumenti sul primo semestre 2021 delle esportazioni di apparecchiature elettriche (+24,5%), dei prodotti in metallo (+14,5%) e dei computer e apparecchi elettronici (+16,4%). Infine, il comparto dei mezzi di trasporto segna un incremento pari al +40,1%, continuando la sua espansione. Infatti, nel primo semestre 2021 si era verificato un calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente pari al -25,4%. La performance del comparto è sintesi di un aumento sia dell’export di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (+32,8%), sia degli altri mezzi di trasporto (+43,8%), i quali nella nostra provincia equivalgono quasi interamente agli aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi (il cui export, nello specifico, è aumentato del +48,4%). Infine, si registra un aumento importante dei prodotti della metallurgia (+68,8%).

Il settore tessile, abbigliamento e pelletteria ha registrato, rispetto al primo semestre 2021, un aumento delle esportazioni notevole (+49,3%) e un incremento delle importazioni (+26,7%). All’interno del settore è aumentato l’export di tutte le macro-sezioni della filiera, ossia i prodotti tessili (+31,4%), gli articoli di abbigliamento (+52,4%) e gli articoli in pelle (+93,2%). Nello specifico, si sono registrati aumenti rilevanti specialmente tra gli articoli di abbigliamento esclusi quelli in pelliccia (+47,9%), le calzature (+148,0%), i tessuti in generale (+45,0%), il cuoio conciato e lavorato, gli articoli da viaggio, le borse e altri articoli di pelletteria (+49,8%) e gli altri prodotti tessili (pizzi, tulle, merletti, feltro e ricami) (+21,1%). Da segnalarsi, seppur abbia un peso minore delle voci precedenti sul totale dell’export varesino, l’incremento esponenziale delle esportazioni degli articoli di abbigliamento in pelliccia (+263,9%). Il settore chimico-farmaceutico ha visto, rispetto al primo semestre 2021, un incremento sia delle esportazioni (+22,7%), sia delle importazioni (+23,1%). All’interno del settore è aumentato sia l’export dei prodotti chimici (+17,6%), sia dei prodotti farmaceutici di base e preparati (+38,7%). In dettaglio, sono aumentati soprattutto i prodotti chimici di base (+20,4%), i medicinali e preparati farmaceutici (+45,1%) e gli altri prodotti chimici (+33,3%). Calano invece i saponi, detergenti, prodotti per pulizie e cosmetici (-8,3%). Il settore gomma e materie plastiche ha registrato, rispetto al primo semestre 2021, un aumento delle esportazioni (+27,7%) e un incremento importante delle importazioni (+38,0%). L’aumento delle esportazioni ha interessato in maniera omogenea gli articoli in materie plastiche (+27,8%) e gli articoli in gomma (+26,1%). Tra i comparti più di nicchia, rispetto al primo semestre 2021, si è registrato un aumento dell’export degli alimentari (+24,9%), della carta (+44,4%), delle bevande (+43,9%), del legno (+118,4%), e della stampa (+4,6%).