Bengasi, 22 apr. (TMNews) – Il giorno dopo l’annuncio dell’invio di droni Usa per le operazioni militari in Libia, dagli Stati uniti è arrivato a Bengasi il senatore repubblicano John McCain.
L’ex candidato repubblicano alle elezioni presidenziali del novembre 2008 dovrebbe incontrare in giornata la leadership del Consiglio nazionale di transizione, l’organo dirigente dei ribelli di Bengasi. Al suo arrivo a Bengasi, questo veterano della guerra del Vietnam ha salutato le persone radunate davanti al palazzo di giustizia, dove si trova il quartier generale del Cnt. Una cinquantina di manifestanti hanno intonato slogan contro il regime: “Libia libera, Gheddafi se ne vada, grazie America, grazie Obama”.
Dopo circa dieci minuti, McCain è ripartito a bordo di una jeep nera, senza rilasciare dichiarazioni. “E’ un grande momento per noi, perché questo significa che gli americani di qualsiasi partito sono con i libici”, ha dichiarato McCain primo rappresentante di spicco della politica statunitense a recarsi a Bengasi.
Ieri l’amministrazione di Barack Obama, che non ha ancora riconosciuto ufficialmente il Cnt, ha annunciato la decisione di inviare droni Usa per le operazioni militari della Nato in Libia.Una decisione, quella di utilizzare gli aerei senza pilota, legata alla “situazione umanitaria” nel paese nordafricano e alla possibilità di fare ricorso a “potenzialità” di cui non dispongono altri tipi di velivoli, in particolare per evitare vittime civili. E secondo Mustafa Awadmady, uno dei combattenti dell’opposizione impegnato al fronte di Brega, “i droni hanno già colpito con successo le forze di Gheddafi”. “Vorremmo più aerei senza pilota”, ha detto.
Ieri, il segretario di Stato Hillary Clinton ha affermato che la campagna Nato in Libia può essere paragonata all’intervento del 1999 in Kosovo, che aveva segnato l’inizio della fine del presidente serbo Slobodan Milosevic. “Siamo in azione da relativamente poco tempo”, ha detto il segretario di stato Usa alla stampa, “vi ricordo che gli Stati uniti con i loro partner hanno bombardato i bersagli in Serbia per 78 giorni”, ha ricordato. Interrogata sull’assedio della città libica di Misurata, il capo della diplomazia americana ha parlato di “disumanità” e ha denunciato il regime del colonnello Muammar Gheddafi “per aver attaccato direttamente i civili”. Clinton ha anche evocato, pur senza farle proprie, le informazioni di Human Rights Watch sull’utilizzo di bombe a grappolo contro il popolo libico.
Il regime, da parte sua, ha minacciato l’Italia e i suoi alleati di “conseguenze” serie per la loro decisione di inviare istruttori per i ribelli di Bengasi e si è detto “molto rattristato” per la morte di Tim Hetherington e Chris Hondros, i due giornalisti uccisi da un colpo di mortaio nella città assediata di Misurata. Le salme dei due fotoreporter sono state accolte stanotte a Bengasi da una trentina di persone, tra giornalisti, diplomatici, rappresentanti di ong e ribelli.
Coa/Rcc
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