Tripoli, 23 feb. (TMNews) – Gli oppositori di Muammar Gheddafi sembrano controllare la costa orientale della Libia, dove i soldati si stanno alleando con i ribelli, mentre nella penisola arabica le mobilitazioni non si placano e i sauditi adottano misure sociali.
Ribelli, per lo più armati, erano presenti sulla strada tra la frontiera egiziana e la città di Tobrouk, circa 150 chilometri più a ovest. I residenti hanno confermato che la regione, che si estende dai confini orientali del Paese fino ad Ajdabiya più a ovest, passando per Tobrouk e Bengasi, è in mano agli oppositori del colonnello, malgrado il regime sostenga di controllare questa zona. I soldati, hanno affermato queste persone, hanno espresso il loro sostegno alla guerriglia.
Lo stesso ministro degli Esteri italiano Franco Frattini ha confermato che la regione della Cirenaica (costa orientale, un terzo della superficie della Libia) “non è più sotto controllo del governo libico” e scontri e violenze sono in corso in tutto il Paese. Sempre nell’est, un caccia libico si è schiantato dopo che il suo pilota, che si rifiutava di obbedire agli ordini di bombardare Bengasi, si è lanciato con il paracadute, ha rivelato un quotidiano libico. Il vice ministro degli Esteri libico, Khaled Kaim, ha da parte sua affermato che al Qaida ha istituito un emirato islamico guidato da un ex detenuto di Guantanamo a Derna, nell’est.
Il movimento di contestazione senza precedenti iniziato il 15 febbraio contro il regime di Muammar Gheddafi, al potere da 42 anni, ha provocato almeno 640 morti, cioè più del doppio del bilancio ufficiale di 300, secondo la Federazione internazionale delle leghe dei diritti umani. Per Al Arabiya, che cita il membro libico della Corte Penale Internazionale Sayed al Shanuka, il totale delle vittime avrebbe superato i 10.000 morti.
(fonte Afp)
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