Tripoli, 5 apr. (TMNews) – Muammar Gheddafi cerca una soluzione diplomatica al conflitto in corso, ma non intende lasciare la guida del Paese per evitare che diventi un nuovo Iraq o una nuova Somalia. Intanto, gli Stati Uniti hanno ritirato i caccia da combattimento dal teatro delle operazioni libiche, dopo oltre due settimane dall’avvio della missione internazionale, e la stampa britannica riferisce l’inquietante notizia che armi del regime potrebbero essere finite nelle mani di Al Qaida.
Il leader libico è comparso ieri tra la folla nella sua residenza-bunker di Tripoli, Bab al-Aziziya, per la prima volta dopo la sua ultima apparizione pubblica del 22 marzo scorso. Da parte sua, il portavoce del governo Mussa Ibrahim ha commentato con la stampa la missione diplomatica in Turchia, Grecia e Malta di un emissario di Gheddafi, sottolineando che “il capo non ha alcun incarico ufficiale da cui dimettersi. Ha un valore simbolico per il popolo libico… Possiamo avere tutto, elezioni, referendum, qualsiasi cosa – ha aggiunto il portavoce – ma il capo è la valvola di sicurezza per il Paese e per l’unità della popolazione e delle tribù. Pensiamo sia molto importante che sia lui a guidare qualsiasi transizione verso un modello democratico e trasparente. “.
Ieri, la stampa americana ha riferito di una trattativa avviata da due figli di Gheddafi, Saif e Saadi, per favorire una transizione democratica del Paese, guidata da Saif, che prevederebbe però il ritiro dalla scena del colonnello. I ribelli di Bengasi hanno immediatamente bocciato la proposta, ribadendo che “Gheddafi e i figli devono andarsene prima di avviare qualsiasi negoziato diplomatico”.
Sul fronte militare, l’esercito americano ha annunciato di aver ritirato tutti i suoi aerei da combattimento e i suoi missili Tomahawk, dopo aver concesso un’ultima proroga di 48 ore nel fine settimana su richiesta della Nato. Domenica scorsa, Washington aveva accettato di condurre ancora dei raid in Libia, per recuperare il tempo perduto a causa del maltempo.
La crisi libica – rivela infine il telegraph – avrebbe permesso ai terroristi di al Qaida di entrare in possesso delle armi del regime di Muammar Gheddafi. Stando a quanto denunciato da un funzionario algerino otto furgoncini Toyota hanno lasciato la Libia raggiungendo i campi di al Qaida nel nord del Mali.La scorsa settimana, il comandante della Nato in Europa, l’ammiraglio James Stavridis, ha riferito di infiltrazioni terroristiche in Libia, tenute sotto stretta sorveglianza dall’Alleanza. “Al Qaida sta traendo vantaggio dalla crisi acquistando armi più sofisticate”, ha detto l’ammiraglio.
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