Liguria; Genova, nascosero bimba bielorussa: tutti assolti

Genova, 18 feb. (Apcom) – Tutti assolti dal tribunale di Genova, perché il fatto non costituisce reato, avendo agito in stato di necessità, i sette imputati nel processo per la vicenda di Maria-Vika, la bambina bielorussa che nel 2006 fu al centro di una crisi diplomatica internazionale. Per tutti l’ipotesi di reato era quella di sottrazione di minore. La bimba, affidata ad una coppia di Cogoleto, Alessandro Giusto e Chiara Bornacin, fu, infatti, nascosta per quasi un mese, dal 7 al 27 settembre 2006, con

le due nonne adottive, in un istituto religioso in valle d’Aosta, perché, secondo i coniugi Bornacin, se fosse tornata nell’orfanotrofio di Vileika, avrebbe rischiato di subire abusi. Il pm Paola Calleri aveva chiesto una condanna ad otto mesi per i due genitori affidatari ma anche per Maria Elena Dagnino, madre di Chiara Bornacin, Maria Bondi, nonna paterna, Aldo Giusto, padre di Alessandro Giusto, don Danilo Grillo, parroco del comune di Cogoleto e don Francis Darbellay, responsabile della struttura dove Maria-Vika rimase nascosta per 19 giorni.

Tutti secondo il pm avrebbero avuto un ruolo nella vicenda che
divise l’opinione pubblica e assunse i contorni di un caso
diplomatico. Il governo di Minsk, infatti, minacciò infatti di
interrompere i rapporti con l’Italia, di sospendere gli oltre 150
casi di procedimenti adottivi pendenti e di non far più venire i
bambini in vacanza terapeutica. “Seppur consapevoli che avremmo
pagato un prezzo altissimo -ha detto Alessandro Giusto, al
termine del processo- obbedendo alle nostre coscienze, abbiamo
salvato la vita ad una bimba di dieci anni, strappandola dall’
inferno in cui viveva e facendo sì che fosse affidata ad una
famiglia che l’accudisse con affetto”.

Fos

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