L’inchiesta Orsi-Agusta passa a Busto Napoli bocciata dalla Cassazione

BUSTO ARSIZIO L’inchiesta della procura di Napoli per corruzione internazionale e riciclaggio nei confronti del presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, è stata trasferita a Busto Arsizio. A deciderlo, ieri, è stata la Corte di Cassazione, che ha stabilito che la competenza territoriale dell’indagine ricade sotto la giurisdizione della procura di Busto.

Raggiunto ieri, il sostituto procuratore Roberta Colangelo, che fa funzioni del procuratore generale, ha confermato la notizia, spiegando che è «in attesa dell’arrivo del faldone relativo all’indagine di Napoli». Spetterà a lei, per il momento, gestire la pratica. La procura di Busto si trova momentaneamente senza la figura del procuratore capo. Francesco Dettori ha infatti abbandonato da pochi giorni gli uffici di largo Giardino per passare a Bergamo e non è ancora stato nominato il suo sostituto.

È stato lo stesso Orsi, tramite i suoi difensori, gli avvocati Ennio Amodio e Marinella De Nigris, a sollevare davanti alla Procura generale dubbi sulla competenza dei magistrati napoletani. Aurelio Galasso, sostituto pg della Suprema Corte, ha accolto l’istanza dell’ad di Finmeccanica.

L’inchiesta riguarda un giro di presunte tangenti che una delle aziende del gruppo, Augusta Westland, avrebbe pagato per accaparrarsi una commessa di elicotteri da vendere all’India. Ai tempi Orsi era amministratore di Augusta Westland. Una commessa importante, da 51 milioni di euro. Un affare per cui i pm di Napoli Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli hanno iscritto Orsi nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione internazionale e riciclaggio.

A continuare le indagini, però, dovranno ora essere i giudici della procura di Busto Arsizio. A convincere la Cassazione, con molta probabilità, il fatto che gli indagati risiedessero nella zona e che la stessa Augusta Westland abbia la propria sede principale a un passo da Malpensa.

Ad accusare Orsi, già interrogato dai pm di Napoli, sarebbe stato Lorenzo Borgogni, ex manager di Finmeccanica. Secondo quanto raccontato da Borgogni, i costi di mediazione della vendita all’India di 12 elicotteri militari sarebbero stati gonfiati per creare fondi neri poi utilizzati per pagare mazzette milionarie alla Lega Nord. Il tutto con il consenso di Giuseppe Orsi, al tempo ai vertici dell’azienda varesina. Accuse rimandate al mittente da parte sia di Orsi che della Lega.

L’avvocato Amodio è soddisfatto: «Il provvedimento ripristina l’ordine naturale delle competenze e la trama argomentativa della decisione fa capire che gli inquirenti napoletani hanno fatto due passi indietro rispetto alle ipotesi di accusa originarie. È ormai chiaro che non ha alcun fondamento l’addebito di riciclaggio, eventualità ora prospettata solo “in via alternativa ed ipotetica”. E il reato di finanziamento illecito a un partito è configurato come ascrivibile a una società estera e non ad Agusta Westland».

Tiziano Scolari

s.affolti

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