– Le espressioni, le emozioni, le pieghe profonde dell’altro, dello sconosciuto, del diverso, sono fissate nei trenta scatti della mostra fotografica benefica “Humanidad” che svela i suoi mondi lontani fino al 19 settembre presso “Futuro Anteriore Spazio Tempo” di Varese. Al centro della rassegna il tema dell’incontro che si manifesta nei frammenti di vita, solo apparentemente distanti e estranei, fermati nelle immagini di Ferruccio Vischia, odontoiatra con la passione della fotografia, o meglio, della sottile ricerca che essa sottende. “Mi piace soffermarmi sulle espressioni di chi incontro durante i miei viaggi. Il volto, ma, soprattutto, gli occhi rivelano le gioie e i dolori che abitano l’esistenza di ciascuno” – spiega Vischia. Le immagini sfilano mostrando un’umanità intenta nei piccoli, grandi gesti quotidiani che legano come un filo rosso tutti gli esseri viventi: il duro lavoro nei campi o nei mercati polverosi, la preghiera silenziosa, il gioco spensierato, la grazia di donne che sembrano danzare sotto l’onere esistenziale che le sovrasta, i colori che tutto vivificano in un intreccio di tessuti setosi, gli sguardi sciolti nell’obiettivo che
scava e indaga. Conoscenza, curiosità, occhio lieve e sensibile posato sull’altro. È proprio questa particolare propensione all’incontro e all’attenzione verso il prossimo, soprattutto se in difficoltà, che lega lo spirito di “Humanidad” a chi l’altro non lo incontra in un volto fissato in un istante, ma lo cerca, lo visita e lo guarisce, come fanno i chirurghi volontari di Progetto Sorriso nel Mondo Onlus, un’associazione che cura bambini affetti da malformazioni cranio-facciali come la labiopalatoschisi. Dal 1997, i medici di Progetto Sorriso portano le loro competenze chirurgiche in Paesi a basse risorse, quali Bangladesh e Congo, per ridare speranza e un nuovo sorriso ai più piccoli e alle loro famiglie. «Con Humanidad ho voluto sostenere il loro impegno e le loro attività sanitarie attraverso la vendita delle foto in mostra. E’ il mio modo di essere vicino a chi vive nelle difficoltà e nel disagio come i piccoli pazienti di Progetto Sorriso», sottolinea Vischia. Perché un incontro non si esaurisca in un’immagine, ma possa generare gioia e nuovi sogni in chi vive emarginato e dimenticcato.