L’Inno d’Italia è speranza per i giovani

Apprendo con piacere che all’inizio dell’ultimo consiglio comunale di Varese è stato cantato l’inno di Mameli, intonato da numerosi consiglieri. È stata una doverosa testimonianza verso il centocinquantesimo dell’Unità. Naturalmente i consiglieri della Lega non hanno partecipato al coro, però hanno assistito con rispetto al momento patriottico. Mi pare un segnale positivo, se pensiamo a quello che è successo nei giorni scorsi nelle aule parlamentari.

Giovanni Vanetti
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Dovrebbe essere sempre così, dentro le istituzioni. Anche chi dissente, omaggia il diritto altrui a pensarla diversamente. Purtroppo non è un costume troppo diffuso in Italia. Che questo segnale arrivi da Varese, vista l’importanza simbolica che Varese riveste a proposito dell’immagine del leghismo, è più che positivo. Racchiude in sé il tema centrale del prossimo futuro: ritrovare un minimo comune denominatore per evitare il massimo della disgregazione. Su questo soprattutto si basano le possibilità di salvezza del Paese. Si può essere più o meno d’accordo sulle scelte d’un governo, non si può non essere collaborativi per la parte cha a ciascuna istituzione (a ciascun cittadino) spetta. Quando il presidente della Repubblica – che fra l’altro proprio a

Varese ricevette una calorosa accoglienza popolare – insiste sul tema della conciliazione, non fa della retorica. Sa che le divisioni politiche (e non solo politiche) rimarranno, ma sa che se non verrà rimossa la pregiudiziale che impedisce l’affermazione dello spirito nazionale durante un’emergenza, qualunque sforzo riuscirà vano. In gioco non c’è solo la prospettiva a breve-medio termine che prevede di mettere a posto i conti dello Stato; c’è la prospettiva di lavoro e di qualità della vita della generazione più giovane, dell’ultima generazione. E di quelle che verranno. Queste generazioni non hanno un colore politico, hanno solo il colore della speranza. E sottrargli la speranza sarebbe il peggiore degli errori. Anzi, qualcosa di più del peggiore degli errori.

Max Lodi

p.marengo

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