L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha recentemente definito«tra i più ignorati e sottovalutati disturbi della società moderna»: è la “sindrome dell’occhio secco”, che in Italia colpisce il 90% delle donne in menopausa e il 25% della popolazione sopra i 50 anni.Per far conoscere meglio questo problema che, secondo una indagine del British Medical Journal, interessa il 42% dei bambini dai 6 ai 12 anni che vivono in città con alti livelli di polveri sottili nell’aria, il Centro Italiano Occhio Secco (Cios) promuove fino al 21 aprile il “Mese di Prevenzione e Cura della Sindrome dell’Occhio Secco”. Si tratta di una campagna di visite gratuite (su appuntamento) presso lo stesso Cios di Milano, il reparto di Oculistica Pediatrica dell’ospedale Buzzi di Milano e la Clinica Oculistica dell’Università dell’Insubria di Varese. «Questo disturbo – spiega l’oftalmologo – ha costi sociali rilevanti perché limita la vita sociale di coloro che si trovano in condizione di doversi curare continuamente con colliri, unguenti, pomate. E con costi economici importanti: secondo uno studio del 2006, il costo annuale per paziente è di 1.100 dollari nel Regno Unito, 800 dollari in Spagna, 600 in Italia, 500 in Germania e 300 in Francia».La “sindrome dell’occhio secco” è una patologia oculare che consiste in un’alterazione qualitativa e quantitativa del film lacrimale. Le funzioni principali
del film lacrimale sono difesa, lubrificazione, nutrizione, trasparenza ottica e pulizia, e rappresenta la principale difesa alle infezioni batteriche corneali e congiuntivali assieme alla palpebra. Questa patologia può provocare lesioni alle strutture esterne dell’occhio: la ridotta produzione o eccessiva evaporazione delle lacrime procura danno alla superficie oculare esposta, in quanto vengono perse le caratteristiche pulenti e lubrificanti delle lacrime. In questo modo si espone l’occhio ad un maggiore attrito dovuto al movimento palpebrale e ad un maggiore rischio di infezioni Tra le cause di questa sindrome che porta lacrimazione irregolare, bruciore, bisogno continuo di lavarsi e strofinarsi gli occhi, «certamente l’inquinamento dell’aria esterna, ma anche la secchezza di quella interna alle nostre case (che oggi hanno infissi ermetici che non lasciano passare l’umidità esterna), o degli ambienti di lavoro, sempre filtrata da condizionatori; mentre la costante attenzione degli occhi allo schermo del Pc limita gli ammiccamenti, che invece favoriscono la riproduzione del film lacrimale». Per ovviare a questo problema si utilizzano vari rimedi, come sostituti biologici lacrimali, ma a volte serve una terapia antinfiammatoria mirata. Recentemente si ricorre a dispositivi di luce pulsata o a un sistema di pulsazione termica in grado di migliorare i sintomi, ma anche a tecniche che bloccano il drenaggio lacrimale per trattenere le lacrime sulla superficie dell’occhio.