HERAKLION (Grecia) – È storia azzurra: la Nazionale Under 20 di basket conquista il titolo europeo battendo con autorità la Lituania per 83-66. Una vittoria dal sapore epico per i ragazzi di coach Alessandro Rossi, arrivata nonostante le pesanti assenze di De Martin, Valesin, Airhenbuwa e Zanetti. L’Italia ha condotto la partita dall’inizio alla fine, mostrando lucidità, grinta e coesione anche nei momenti più complessi.
Nel terzo quarto, complice la fatica e le rotazioni ridotte al minimo, la Lituania ha tentato di rientrare, ma gli azzurrini hanno saputo stringere i denti e nel finale sono esplosi con il cuore e l’orgoglio di chi sa di poter scrivere una pagina memorabile.
A mettere il sigillo sul trionfo ci ha pensato Francesco Ferrari, autore di una prova monumentale: 26 punti in 34 minuti, con 9/16 dal campo. Il talento cresciuto nel vivaio del College Borgomanero e oggi in A2 a Cividale si è guadagnato meritatamente il titolo di MVP della finale e dell’intero torneo.
Il cuore di Assui
Accanto a lui, il motore emotivo e tecnico della squadra è stato ancora una volta Elisèe Assui, autore di 17 punti, 9 rimbalzi e 19 di valutazione in 36 minuti. Il lungo della Openjobmetis Varese è stato tra i protagonisti assoluti dell’intera spedizione azzurra, confermandosi come una delle promesse più solide del basket italiano.
Il trionfo e l’interrogativo
Era dal 2013 che l’Italia non saliva sul gradino più alto del podio europeo in questa categoria. Eppure, a fronte di un risultato così importante, resta un interrogativo amaro: perché questi ragazzi non trovano spazio nelle squadre di Serie A?
Assui è l’unico, al momento, a essere impiegato con continuità nel massimo campionato. Gli altri, tra cui lo stesso Ferrari, navigano tra la Serie A2, i campionati giovanili o – peggio – il fondo delle panchine. Il talento non manca, come dimostra questo Europeo, ma la fiducia dei club di vertice resta un miraggio.
Una riflessione scomoda ma necessaria: serve il coraggio di puntare su questi ragazzi. Perché oggi sono campioni d’Europa, ma domani rischiano di essere dimenticati. E questo, per il basket italiano, sarebbe un vero spreco.